Malangatana Valente Ngwenya – pittore, poeta, musicista, intellettuale e rivoluzionario – ha dato voce alle lotte dei popoli del Mozambico e dell’Africa. To the Clandestine Maternity Home (1961) è una densa composizione pittorica che parla dell’oppressione femminile sotto il dominio coloniale, del controllo del corpo e della riproduzione femminili, nonché dell’esistenza di reparti di maternità clandestini e di reti per l’aborto. La tela, affollata di corpi sovrapposti e intrecciati, è dominata dai volti tormentati di donne appartenenti a ogni estrazione sociale. I loro sguardi penetranti sono rivolti verso lo spettatore o di lato, segnalando la consapevolezza di quanto le circonda e dello sguardo maschile che sorveglia e controlla. Una delle figure dominanti è una madre emaciata; il feto in grembo è mostrato cullato dalle mani laboriose e dalle braccia rassicuranti della madre. A differenza di questa malnutrita donna in attesa, le sue controparti bianche sono corpulente. A destra un’altra figura rivelatrice, una domestica con i capelli legati da un doek, allatta un bambino nato da un’unione interrazziale (o da uno stupro) mentre osserva in silenzio il resto delle donne in quest’ode dell’artista alla maternità.
L’opera di Malangatana Valente Ngwenya è esposta per la prima volta alla Biennale Arte.
—Nancy Dantas