Oswaldo Guayasamín è stato un pittore e attivista politico le cui rappresentazioni espressionistiche della condizione delle popolazioni indigene gli sono valse un grande successo tra la metà e la fine del XX secolo. In Cabeza de Hombre Llorando (1957), un uomo, reso con forme angolari e tratti allungati, piange. La pittura vicino agli occhi si screpola, conferendo alla figura un profondo senso di stanchezza e di logorio. Questo aspetto è accentuato dalla prospettiva appiattita che crea un senso di intrappolamento e di angoscia. Il soggetto è dipinto in grigio, marrone, nero e rosso, toni terrosi che sembrano fatti di pigmenti naturali e che l’artista associa alle culture visive pre-contatto. L’uomo rivolge uno sguardo di sfida allo spettatore; nella sua angoscia, permane la dignità. L’opera è emblematica dell’Espressionismo proprio di Guayasamín che utilizza il colore e la distorsione delle forme per raffigurare figure oppresse. Mentre molti espressionisti europei usavano colori e forme per rispondere alle ansie di una società sempre più industrializzata, Guayasamín usa l’Espressionismo come protesta sociale, riproducendo l’oppressione subita da molte culture native dell’America Latina.
L’opera di Oswaldo Guayasamín è esposta per la prima volta alla Biennale Arte.
—Diego Chocano