Francia (1967) / 87’
lingua Francese
cast Marina Vlady
, Anny Duperey,
Roger Montsoret, Raoul Lévy, Jean Narboni, Christophe Bourseiller , Marianne Bourseiller, Joseph Gehrard, Jean-Luc Godard
dall’inchiesta giornalistica di Catherine Vimonet
pubblicata sulla rivista Le Nouvel Observateur
sceneggiatura Jean-Luc Godard
fotografia Raoul Coutard
montaggio Françoise Collin, Chantal Delattre
costumi Gitt Magrini
suono René Levert, Antoine Bonfanti
restauro a cura di Argos Films
con il sostegno di Centre national du cinéma et de l’image animée
laboratorio Eclair,
L.E. Diapason
Jean-Luc Godard - Deux ou trois choses que je sais d'elle (Due o tre cose che so di lei)
SINOSSI
La storia e le avventure di una giovane donna che abita in un complesso residenziale di nuova costruzione a canone agevolato (H.L.M.: Habitation à loyer modéré).
COMMENTO DEL REGISTA
La storia di Juliette non viene raccontata in continuità. Infatti, si tratta di descrivere allo stesso tempo lei e gli avvenimenti di cui fa parte; in altre parole si tratta di descrivere un insieme. Questo “insieme” e le sue singole parti devono essere descritti come oggetti e soggetti. Ciò potrà essere esplicitato filmando prima l’esterno di un edificio, poi il suo interno, come se ci si addentrasse all’interno di un cubo, di un oggetto. Lo stesso dicasi per una persona. Generalmente si osserva il suo viso dall’esterno. Ma la persona come vede quello che la circonda, come percepisce fisicamente il suo rapporto con gli altri e con il mondo? È possibile scomporre questo processo in quattro grandi movimenti:
1a. descrizione oggettiva degli oggetti: case, macchine, sigarette, appartamenti, negozi, letti, televisioni, libri, indumenti, ecc.
1b. descrizione oggettiva dei soggetti: i personaggi, Juliette, l’americano, Robert, il parrucchiere, Marianne, i viaggiatori, gli automobilisti, l’assistente sociale, gli anziani, i bambini, i passanti, ecc.
2a. descrizione soggettiva dei soggetti: soprattutto attraverso i sentimenti, vale a dire, attraverso le scene più o meno recitate e parlate.
2b. descrizione soggettiva degli oggetti: gli arredamenti visti dall’interno, dove il mondo resta fuori, oltre i vetri o oltre i muri.
La somma della descrizione oggettiva e della descrizione soggettiva deve condurre alla scoperta di alcune forme più generali, deve permettere di evidenziare non tanto una verità globale e generale, quanto un certo «sentimento d’insieme», qualcosa che corrisponda sentimentalmente alle leggi che è necessario trovare e applicare per vivere nella società. Il fatto di avere potuto evidenziare certi fenomeni d’insieme continuando a descrivere alcuni avvenimenti e sentimenti particolari, alla fine ci condurrà più vicino alla vita di quanto non fossimo all’inizio. Se il film riuscirà in questo intento, allora forse l’esistenza singolare di una persona ci si rivelerà; nella fattispecie, quella di Juliette.