Libano / 80’
lingua Arabo
cast Carol Abboud, Hamza Mekdad, Moustafa Fahs, Hady Bou Ayash, Rashad Nasereddine, Raneem Mourad, Rabih el Zahr, Yara Abou Haidar, Selim Mourad
sceneggiatura Mazen Khaled
fotografia Talal Khoury, Rachelle Noja
montaggio Vartan Avakian
scenografia e costumi Bshara Atallah
musica Zeid Hamdan, Vladimir Kurumilian
suono Victor Bresse
colorist Belal Hibzi
Mazen Khaled - Martyr
SINOSSI
Lo strano annegamento di un giovane uomo sulla spiaggia di Beirut sfocia in un funerale di massa. Gli amici accorsi da svariate comunità vicine non solo si troveranno ad affrontare il senso della perdita, ma dovranno anche lottare per partecipare ai riti e alle cerimonie della comunità del defunto. Il viaggio tra la vita e la morte che il giovane intraprende nell’ultimo giorno della sua vita metterà a nudo le scissioni in atto nella città e le fratture all’interno della società, oltre a rivelare alcune delle forze che agiscono sulle vite di questi giovani emarginati. Nella tradizione islamica, l’annegamento è motivo per essere considerati Martiri. Ma cosa significa veramente questa parola? È un modo per consolare una famiglia in lutto e arginare il suo dolore? Oppure è semplicemente il vano tentativo di un gruppo emarginato di evocare eroismo e mito per compensare nella morte ciò che non è stato conquistato in vita? Nel film le immagini di una verità cruda si mescolano a scene astratte di danza e perfomance allo scopo di presentarci un mondo dove, come in quello reale, la linea di demarcazione tra la verità e la finzione, l’autenticità e l’invenzione ha cessato di esistere.
COMMENTO DEL REGISTA
La costa di Beirut si affaccia su sponde rocciose. I ragazzi si tuffano dalla balaustra per fare colpo sugli astanti. Provenienti da quartieri sovrappopolati le cui strade sono tappezzate di immagini di martiri, in questo luogo le persone affogano nell’emarginazione e nella disperazione e, soprattutto, non hanno prospettiva alcuna di potersene andare altrove. Il mare rappresenta la loro libertà, la loro evasione. La costa è il luogo dove sfiorano la società ma è anche il luogo, dove le voltano le spalle per tuffarsi nella vastità dell’orizzonte. I propagandisti della guerra ci presenterebbero una versione diversa, ma non è forse vero che gli uomini che sono morti tuffandosi sono i veri martiri, spinti letteralmente ai margini dalla società?