Voce: | Giulia Zaniboni (Instrumental Freak Show) |
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Video: | Michele Innocente, Giovanni Verrando (Instrumental Freak Show) |
Scenografia e design luci: | Angelo Linzalata |
Regia del suono: | Paolo Brandi (Instrumental Freak Show) |
Liuteria: | Andrea Tremolada (Instrumental Freak Show) |
Testi a cura di: | Giovanni Verrando (Instrumental Freak Show) |
Regia del suono: | Jean-Luc Hervé (De près) |
Ensemble Interface: | flauti, flauto filtrante, percussioni Bettina Berger; clarinetti Andrea Nagy; corno inglese Remo Peronato; pianoforte e percussioni Anna D’Errico; chitarra elettrica Samuel Toro Pérez; violino, violino corde bi-calibro Alicja Pilarczyk; viola, violino corde bi-calibro, daxophone Sophie Wahlmüller; violoncello, violino corde bi-calibro, daxophone Christophe Mathias |
Direttore: | Francesco Pavan |
Ensemble Interface
Descrizione
Un visionario teatro di suoni è quello di Instrumental Freak Show di Giovanni Verrando, compositore, ricercatore, didatta, promotore di una nuova liuteria, nuovi strumenti con una loro grammatica e una loro estetica che consentono di plasmare e reinventare la musica dell’oggi, andando oltre l’orchestra acustica occidentale. Daxofoni, Daxotongues, chitarre elettriche con dax e patafix: sono i freaks del titolo, protagonisti del concerto-spettacolo concepito in cinque movimenti o episodi, ognuno dei quali presenta un suono preciso attraverso uno strumento specifico e un personaggio-interprete. Cinque linguaggi diversi perché “la diversità è un potente motore del mondo” (G. Verrando). Interpreti di questo strumentario del futuro sono i componenti dell’Interface Ensemble di Francoforte, costantemente impegnati in forme sperimentali di teatro musicale e performance sonore, qui diretti da Francesco Pavan.
Accanto a Instrumental Freak Show, l’Interface propone un altro esperimento sonoro con De Près di Jean-Luc Hervé, dove due piani d’ascolto si confrontano: quello frontale, tradizionale, con cinque musicisti in scena e altrettanti altoparlanti per la trasformazione del suono in tempo reale, e quello immersivo con “altoparlanti a basso volume disposti tra il pubblico a creare un’eco degli strumenti bisbigliati all’orecchio dello spettatore” (J.L Hervé).