Testi: | Claude Royet-Journoud, Georges Didi-Huberman, Rainer-Maria Rilke, Georges Bataille |
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Quatuor Tana: | violino Antoine Maisonhaute, Ivan Lebrun; viola Julie Michael; violoncello Jeanne Maisonhaute |
Neue Vocalsolisten: | soprano Johanna Zimmer; mezzosoprano Truike van der Poel; tenore Martin Nagy; baritono Andreas Fischer |
Commissione: | Festival Musica, Collectif Tana, Impuls Neue Musik |
Nota: | il Collectif Tana è sostenuto dal DRAC des Hauts de France come ensemble convenzionato. Ha il sostegno anche dello SPEDIDAM, del SACEM e dell’ADAMI |
Editore: | Maison ONA |
Quatuor Tana / Neue Vocalsolisten
Descrizione
Raphaël Cendo – classe 1975, fondatore di un vero e proprio movimento estetico, il “saturazionismo”, che ha rivoluzionato il modo di concepire e scrivere musica attirando tanti giovani compositori – presenta in prima italiana Delocazione, un lavoro composto nel 2017 su un mosaico di testi di Claude Royet-Journoud, Georges Didi-Huberman, Rainer-Marie Rilke, Georges Bataille, complici il quartetto francese Tana e i Neue Vocalsolisten, specialisti della musica vocale contemporanea che hanno saputo costruire un ponte tra le avanguardie e le radici della musica da camera per sole voci.
“All’origine di Delocazione ci sono visioni che da anni non cessano di ossessionarmi: distruzione, fumo, polvere. Mondo di rovine e regno di cenere. Queste immagini e intuizioni si sono tradotte musicalmente nella ricerca di un disorientamento integrale (di movimento, di timbro e di forma). Questo terzo Quartetto, per quartetto vocale e quartetto d’archi, sviluppa altri aspetti della mia scrittura. In virtù di una sintassi per lo più minimale, pungente e affilata, i materiali posti in gioco nel pezzo creano una forma dell’istante, un’istantanea del timbro e del gesto, la visione di un momento musicale ogni volta rinnovata e segretamente connessa nel tempo da una ricerca del silenzio, persistente, sino alla vertigine. Se si tratta certo di un rituale (del fuoco e della scomparsa), Delocazione è anche una coreografia di gesti e movimenti che mescolano i misteri della poesia di Claude Royet-Journod e di Rainer Maria Rilke con le riflessioni di Georges Didi-Huberman e di Claudio Parmiggiani. Punto centrale di Delocazione è lo choc umano e filosofico dell’avvenimento dell’agosto 1945 a Hiroshima, messo in prospettiva grazie a estratti dai racconti degli abitanti della città. Questi labirinti di testi creano una strana osmosi, che oscilla tra descrizione concreta e mistero assoluto e totale, tra raffigurazione esplicita e contro-madrigalismo in cui s’inserisce un groviglio di senso”.
Raphaël Cendo
Leone d'Argento a Raphaël Cendo
Il Leone d’Argento a Raphaël Cendo premia una voce nuova dal punto di vista dell’originalità della proposta. Fondatore con Franck Bedrossian di un movimento musicale, ma forse sarebbe meglio dire di una corrente estetica potente definita “saturation”, al cui centro si pongono il concetto dell’eccesso e quindi la necessità di trascendere i limiti del suono puro e del controllo assoluto tanto nel processo compositivo quanto nell’interpretazione. Nei suoi scritti teorici e nelle sue partiture riscontriamo istanze creative rivoluzionare che pongono il dato acustico e quello percettivo della musica sotto una luce nuova, una dimensione in cui il suono si trasforma da elemento oggettivo in reazione soggettiva che ritorna al testo originario in un percorso transizionale ininterrotto. Anche la relazione tra scrittura e improvvisazione viene così riformulata alla luce delle potenzialità analitiche del soggetto così come sono state recentemente studiate e ridefinite dalla psicoacustica.
Ivan Fedele