Alice Hoi-Ching Yeung: | Sonic Ritual (2024, 20’) per tre percussionisti, prima assoluta |
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Percussionisti: | Brian Archinal, Federico Tramontana / Aleksandra Nawrocka (Biennale College Musica - Performer) |
Produzione: | La Biennale di Venezia – CIMM, Centro di Informatica Musicale Multimediale |
Rebecca Saunders: | Skull (2023, 35’) per ensemble |
Strumentisti: | Ensemble Modern / Bas Wiegers, direttore |
Commissione: | La Biennale di Venezia, Ensemble Modern, Oslo Sinfonietta, Contrechamps, Festival ACHT BRÜCKEN | Musik für Köln |
Nota: | Ensemble Modern è sostenuto da Goethe-Institut |
Alice Hoi-ching Yeung / Rebecca Saunders
Alice Hoi-Ching Yeung - Sonic Ritual
Sonic Ritual è un lavoro per trio di percussioni che si addentra nei suoni nascosti delle percussioni, esplorando la profonda connessione tra i percussionisti e i loro strumenti. Attraverso una precisa coordinazione e le sfumature della gestualità, la composizione scopre un dialogo tra suono e movimento, invitando il pubblico a osservare la semiotica delle percussioni. Gli esecutori diventano dei tramiti, attraverso i quali non solo si creano i suoni, ma sono anche immesse le comunicazioni e le intenzioni che si celano dietro ogni nota. Nel momento in cui gli esecutori entrano in attività con i loro strumenti, emerge una relazione simbiotica, in cui i percussionisti e i loro strumenti diventano delle estensioni gli uni degli altri.
Sonic Ritual trascende la performance tradizionale, offrendo un’esperienza viscerale in cui i confini tra esecutore e strumento si confondono. Attraverso l’intricata interazione reciproca di suoni e gesti, l’essenza dell’ensemble di percussioni viene distillata in un rituale che fa risuonare la forza della connessione, sia tra gli esecutori che tra essi e i loro strumenti.
Alice Hoi-Ching Yeung
Rebecca Saunders - Skull
Skull (2023) costituisce la parte finale di un trittico insieme a Skin (2016) e Scar (2019). In Skull la strumentazione differisce dagli altri lavori: il fulcro timbrico è concentrato nel registro grave degli strumenti a fiato e degli ottoni, mentre il pianoforte e la chitarra elettrica sono sostituiti da un organo analogico. Contemporaneamente, Skull ricerca una complessa rete di polifonia di carattere lirico. Skull attinge in parte a Skin e Scar, fornendo fugaci punti di riferimento e riflettendo su frammenti timbrici, gesti individuali e suoni inerenti ai lavori precedenti. Questi frammenti sono allo stesso tempo sparpagliati e condensati, trasformati e mutati, e cercano di scavare dalla superficie più esterna del corpo acustico fino ai bordi dell’interiorità, della coscienza, per così dire, fino all’essenza dello scheletro. La citazione tratta da La fine del mondo e il paese delle meraviglie di Haruki Murakami chiarisce questa immagine centrale: “[Il teschio] era avvolto da un silenzio profondo che evocava il nulla. Un silenzio che non era nell’atmosfera ma emanava piuttosto dall’interno del cranio, come fumo. [...] In quel silenzio statico, lo sguardo delle orbite prive di sostanza era rivolto verso un punto vuoto dello spazio”.
Rebecca Saunders