Miles Walter: | Fantasy for piano solo (2024, 21’), prima esecuzione assoluta (Biennale College Musica - Compositori) Produzione La Biennale di Venezia – CIMM, Centro di Informatica Musicale Multimediale |
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George Benjamin: | Shadowlines, 6 canonic preludes for piano (2001, 20’) |
Unsuk Chin: | Piano études 1-6 (1995-2003, 16’), prima italiana |
Pianoforte: | Bertrand Chamayou |
Miles Walter / George Benjamin / Unsuk Chin
Miles Walter - Fantasy for piano solo
Fantasia è una parola antica nella musica, usata attraverso i secoli e le nazioni per descrivere una varietà di forme musicali e di intenzioni. Confesso di usare questo termine alla maniera di Schumann: il mio lavoro è un vasto statement per pianoforte in più movimenti, che incorpora processi formali rigorosi, forme riconoscibili e aspetti retorici della sonata... eppure non posso chiamarla così.
Se fantasia è forse un termine generico, una parola di riserva facilmente utilizzabile quando un compositore non riesce a descrivere uno dei suoi figli più indisciplinati, è però anche un termine universale per quelle opere che mantengono un certo mistero anche una volta fissate sulla pagina. Spero di usarlo anch’io con questo spirito: è una musica, spero, che si apre al fantastico, al misterioso, una musica che invita e s’immerge nella logica onirica.
Miles Walter
George Benjamin - Shadowlines
Questa sequenza di pezzi, Shadowlines, tutti canoni in forma diversa, è stata concepita come una struttura continua, cumulativa: 1. Un breve prologo, apparentemente di carattere improvvisativo 2. Il registro acuto, feroce e aspramente cromatico, contro il registro grave, consonante e calmo; una coda compatta riconcilia questi opposti 3. Uno scherzo in miniatura, interamente nello spazio di un’ottava e mezzo nel registro basso, che sfocia direttamente nel quarto pezzo. 4. Esplosivo e monolitico, con le mani del pianista divaricate costantemente per poi riunirsi all’unisono ritmico 5. Il movimento più espansivo e lirico; al centro si trova un lento basso ostinato, su cui si sviluppa un’ampia e variegata progressione di trame sonore. Dopo una breve pausa 6. Un epilogo semplice e delicato.
George Benjamin
Unsuk Chin - Piano etudes 1-6
Il critico musicale Oscar Bie ha scritto, a proposito di Fryderyk Chopin, che non c’è “musica per pianoforte più “reale” di una étude [poiché] l’essenza del pianoforte è diventata musica in esso”. Sono dello stesso parere, non solo per quanto riguarda Chopin, ma anche per quanto riguarda gli studi di altri grandi compositori di brani pianistici, Franz Liszt, Béla Bartók, Olivier Messiaen, e i lavori dei loro predecessori, come gli Essercizi di Domenico Scarlatti, il Clavicembalo ben temperato di Johann Sebastian Bach o le sue Clavier-Übungen. Sono molto attratta dal superamento dei vinvoli tecnici, “trascendentali” (Liszt) su cui si basano tutti gli studi importanti: l’idea che il pianista sia disposto a spingersi o a superare i propri limiti.
Unsuk Chin