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Vito Žuraj / Clara Iannotta / Georg Friedrich Haas

Vito Žuraj:Scratch (2012, 6’) per quartetto d’archi
Clara Iannotta:A Failed Entertainment (2013, 17’) per quartetto d’archi - prima italiana
Georg Friedrich Haas:Quartetto d’archi n. 10 (2016, 35’)
Strumentisti:Kandinsky Quartet
Produzione :La Biennale di Venezia – CIMM, Centro di Informatica Musicale Multimediale

CLARA IANNOTTA - A FAILED ENTERTAINMENT

Ho iniziato a leggere Infinite Jest di David Foster Wallace in un viaggio in treno di quattro giorni da San Francisco a New York. Ero alla ricerca di un modo – il mio modo – per gestire la forma e il tempo, e questo libro mi ha aiutato, offrendomi una prospettiva nuova, diversa su di essi. Non dico che il mio pezzo sia legato a Infinite Jest – anche se A Failed Entertainment era il titolo provvisorio del romanzo di Wallace – ma che questo libro è stato l’impulso che mi ha portato qui, un punto di partenza per una ricerca che probabilmente mi prenderà diversi anni.

Clara Iannotta

 

VITO ŽURAJ - SCRATCH 

L’effetto scratch sono suoni che gli strumentisti ad arco producono tirando l’arco sulle corde con una pressione eccessiva. Ne risulta un suono che non ha un’altezza definita e che può variare da un tenero e astratto graffio a un aggressivo scricchiolìo. Scratch si apre con una pletora di questi suoni in diverse dinamiche, seguiti da un gioco di profili melodici in glissando, ognuno dei quali presenta una delle numerose variazioni timbriche. I glissando lasciano il posto, poco prima della fine, a un improvviso e sorprendente momento di chiarezza, in cui tutti e quattro gli strumenti si uniscono in un’unica linea melodica di accordi omoritmici legati. I quattro strumenti, tuttavia, si disperdono di nuovo rapidamente e il lavoro termina con una frammentazione di colpi d’arco col legno e con un ritorno ai suoni scratch iniziali. 

Vito Žuraj

GEORG FRIEDRICH HAAS - QUARTETTO D'ARCHI N.10

Nel 2001 ho composto il mio String Quartet n. 3, “In iij. Noct.” che richiede l’esecuzione nella completa oscurità. Ho deciso di scrivere un altro quartetto da suonare al buio: il Quartetto n. 9. Questo quartetto era previsto per essere eseguito nel giro di una settimana da due grandi quartetti, il JACK Quartet e l’Arditti Quartet. Ero entusiasta di questa meravigliosa proposta, finché non ho iniziato a scrivere il pezzo e a lavorare sui dettagli. Comporre per il buio è fondamentalmente diverso dalla composizione tradizionale: non si può musicare direttamente il pezzo, si compone un processo per individui, costretti a eseguire isolati l’uno dall’altro, avendo solo un contatto uditivo con i loro compagni.
Il Nono quartetto d’archi è stato scritto per il JACK Quartet. Il mio String Quartet n. 10 è un omaggio all’Arditti Quartet.

Georg Friedrich Haas


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