Il progetto speciale dell’Archivio Storico della Biennale, che chiuderà il 5 giugno, è già stato visitato da 13.000 persone a Forte Marghera (Mestre). Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria. Orario 11-19.
Ancora questa settimana per visitare ARCHÈUS. Labirinto Mozart
Installazione immersiva di Damiano Michieletto con Oφcina, a Forte Marghera (Mestre).
Archèus. Labirinto Mozart
Chiuderà domenica 5 giugno Archèus. Labirinto Mozart – installazione immersiva di Damiano Michieletto con Oφcina, progetto speciale dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee (ASAC) – che dal 18 febbraio è stata visitata da 13.000 persone a Forte Marghera (Edificio 29, Venezia Mestre, ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria su www.labiennale.org, ore 11- 19, chiuso il lunedì (tranne il 30 maggio).
Archèus. Labirinto Mozart ha esercitato una grande attrattiva su pubblico e critica, per la capacità di esprimere un dialogo fra le arti e i mestieri artistici, in cui la teatralità musicale e l’atmosfera fantastica del Flauto magico di Mozart incontrano le forme estetiche contemporanee. Nei commenti del pubblico e della stampa, è forte il senso di fascinazione che ha saputo infondere nei visitatori il viaggio di Tamino e dell’amata Pamina alla scoperta della luce, della verità e della saggezza, come è rappresentato in Archèus, ovvero come un percorso iniziatico in cinque stadi, in cui si transita dal buio alla luce. Ispirandosi al Flauto magico di Mozart, i cui protagonisti compiono un viaggio iniziatico dalle tenebre alla luce, Archèus vuole essere anche metafora di quella attività di ricerca che si svolge attraverso i documenti degli archivi.
L’installazione prevede cinque stanze unite da cinque tunnel bui in cui sono localizzate delle sorgenti sonore. Queste riproducono brani tratti dal Flauto magico realizzato al Teatro La Fenice nel 2015 con la regia di Michieletto e la direzione musicale di Antonello Manacorda. Archèus è realizzato anche in collaborazione con il laboratorio artistico Baburka Production di Roma, specializzato negli effetti speciali per il cinema e nella creazione di statue iperrealistiche, a cura di Leonardo Cruciano.
Archèus. Labirinto Mozart si iscrive nel nuovo percorso di dialogo fra le arti che la Biennale ha intrapreso con Le muse inquiete. La Biennale di Venezia di fronte alla Storia realizzata nel 2020 ai Giardini con i documenti d’archivio, per offrire lungo tutto il corso dell’anno appuntamenti culturali di alta qualità a un pubblico sempre più ampio.
Archèus. Labirinto Mozart intende celebrare i 1600 anni della Città di Venezia ed è realizzata dalla Biennale in collaborazione con il Teatro La Fenice e con il contributo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
L’installazione ha aperto anche in occasione del 13. Carnevale Internazionale dei Ragazzi della Biennale (Ca’ Giustinian, 19 – 27 febbraio 2022) e proseguirà a Forte Marghera fino al 5 giugno 2022, a ridosso dell’inizio dei Festival di Teatro e Danza e in contemporanea con i primi mesi di apertura della 59. Esposizione Internazionale d’Arte.
Il Progetto Speciale di Elisa Giardina Papa
Proprio per la Biennale Arte, sempre a Forte Marghera, all’interno dell’edificio chiamato Polveriera austriaca (di fronte all’Edificio 29), è allestito il Progetto Speciale per il quale la curatrice della 59. Esposizione Cecilia Alemani ha invitato Elisa Giardina Papa, tra le artiste presenti anche nella mostra internazionale. L’opera di Elisa Giardina Papa “U Scantu”: A Disorderly Tale (2022) reinterpreta il mito siciliano delle donne di fora (“donne di fuori”), che la tradizione orale descrive al contempo femminee e mascoline, umane ma in parte animali, benevole eppure vendicative (orario 11 – 19, chiuso il lunedì, ingresso gratuito).
Oφcina
Oφcina (Ophicina) – di Damiano Michieletto, Paolo Fantin, Alessandro Carletti, Matteo Perin, Saverio Clemente, Damiana Leoni – è un laboratorio creativo, attivo nell'arte contemporanea, che nel nome eredita il carattere artigianale della bottega rinascimentale e il suo incrocio di saperi. L'incontro di dimensioni differenti è sintetizzato dalla lettera φ (phi [fi]), segno che indica la sezione aurea, matrice che attraversa l'intera storia dell'arte. La ricerca di Oφcina si pone nel punto di intersezione tra visioni e pratiche diverse che confluiscono in progetti in ambito installativo e performativo, a partire dall’esperienza ventennale del gruppo negli allestimenti d’opera lirica nei principali teatri del mondo.