I Leoni della Biennale Teatro 2023
Il Leone d’Oro alla carriera va al regista Armando Punzo, fondatore della Compagnia della Fortezza; il Leone d’Argento al collettivo belga FC Bergman. Cerimonia di premiazione sabato 17 giugno (Ca’ Giustinian, ore 12).
I Leoni 2023
È il regista Armando Punzo, fondatore della storica Compagnia della Fortezza, la prima nata in un carcere e diventata una delle realtà più importanti della scena di ricerca, il Leone d’Oro alla carriera della Biennale Teatro 2023; al collettivo belga FC Bergman, autore di spettacoli che sono un originale amalgama tra cinema, letteratura, arti visive è attribuito il Leone d’Argento.
I Leoni sono stati approvati dal Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia su proposta dei Direttori del settore Teatro Stefano Ricci e Gianni Forte (ricci/forte).
La premiazione si è svolta il 17 giugno nella Sala delle Colonne (ore 12.00), sede della Biennale, nel corso del 51. Festival Internazionale del Teatro in programma dal 15 giugno all’1 luglio 2023.
Armando Punzo
Scrivono Stefano Ricci e Gianni Forte (ricci/forte) nella motivazione del premio ad Armando Punzo: “La ricerca del senso del teatro inizia quando ci si avventura in territori umani spinti dalla necessità di una propria, originale, identità culturale. Dove il palco si nutre della stessa vita concreta. Nel tentativo di comunicare attraverso l’isolamento, artistico e geografico; il carcere e le sue barriere. Forzare un limite, l’assenza di libertà che frantuma gli assiomi attraverso il Teatro per diventare rigogliosa mietitura. Ricominciare a sognare un nuovo uomo e imporlo alla realtà. Una forma visionaria di comunicazione distillando un linguaggio ricostruito all’ombra di un pregiudizio: lo spirito e la fantasia non hanno sbarre che contengano ma, soprattutto, siamo certi che siano gli Altri i prigionieri condannati ad un perimetro? I nostri limiti, le paure, il bisogno di affermazione sociale, la cecità verso il prossimo; rendere visibile il non palpabile, l’inconsapevole: un’utopia culturale di cui Armando Punzo e la Compagnia della Fortezza sono le fulgide incarnazioni”.
Si snoda lungo trentacinque anni di lavoro totalizzante, quotidiano e a tempo pieno, con circa ottanta detenuti-attori, il percorso registico di un artista sciamano come Armando Punzo realizzando oltre quaranta spettacoli. Spettacoli clamorosi e pluripremiati in Italia e all’estero: Marat-Sade, I negri, I Pescecani ovvero quello che resta di Bertolt Brecht, Hamlice - Saggio sulla fine di una civiltà, Beatitudo sono solo alcuni dei titoli più memorabili che disegnano l’indagine di Punzo sui grandi temi umani facendo di un carcere penale come la Fortezza medicea di Volterra un centro culturale all’avanguardia. Da cui sono germinate numerose iniziative, come quella che ha visto l’Italia capofila del progetto europeo “Teatro e carcere in Europa”, coinvolgendo istituzioni penitenziarie di Francia, Spagna, Svezia, Germania, Gran Bretagna.
Alla Biennale Teatro Armando Punzo era stato nel biennio 1999/2000 per uno dei suoi primi progetti esterni al carcere: condurre un laboratorio a più tappe con 15 attori, concretizzato nello spettacolo Nihil – Nulla, presentato in una prima fase a Venezia e a Zurigo nel 2001, poi in tournée in Italia e all’estero nel 2002 e 2003.
Quest’anno Armando Punzo torna alla Biennale inaugurando il 51. Festival Internazionale del Teatro. Giovedì 15 giugno al Teatro alle Tese debutterà Naturae, sviluppo e approdo di un ciclo durato quattro anni, secondo una pratica cara al regista che porta a maturazione le sue creazioni attraverso studi preparatori, laboratori, fasi di ricerca, spettacoli.
FC Bergman
Perseguendo la ricerca di un rinnovato senso del teatro, al pari di Punzo anche se in modo diverso, arriva per la prima volta alla Biennale Teatro FC Bergman, collettivo costituito dagli attori/registi/artisti Stef Aerts, Joé Agemans, Thomas Verstraeten e Marie Vinck.
“Con le loro creazioni – secondo Stefano Ricci e Gianni Forte (ricci/forte) - gli artisti fiamminghi FC Bergman, ispirandosi al cinema, alla letteratura e alla storia dell’arte, amalgamando un’estetica pittorica e l’uso di una tecnologia molto avanzata con i grandi racconti allegorici-medievali-biblici, plasmano un originale linguaggio di teatro-danza-site-specific, poetico e al tempo stesso irriverente, che rilascia una sensazione di sconcertante disagio nello spettatore. Utilizzando riferimenti, simboli e immagini profondamente radicati nella cultura e civiltà occidentale, sfuggendo alla dittatura del punto di fuga dei teatri all'italiana con prospettive organizzate in vorticosi tableaux vivants e riservandosi un margine d’imprevedibilità e improvvisazione, gli FC Bergman flirtano con i limiti del fattibile, creando delle apocalittiche favole moderne, spesso senza parole ma di sorprendente forza plastica e potere evocativo, focalizzandosi così sull'Uomo – combattuto tra il desiderio esistenziale di trascendere i propri perimetri e la paura di un cambiamento – seguendolo nelle sue commoventi odissee che si metamorfizzano poi in tragicomiche disavventure”.
Al 51. Festival Internazionale del Teatro FC Bergman presenterà sabato 17 giugno in prima nazionale Het Land Nod (La terra di Nod), spettacolo “oltre misura”, che sfida lo spazio tradizionale del teatro prendendo ispirazione da un luogo, il Museo Reale delle Belle Arti di Anversa, di cui riproduce in scena l’intera sala Rubens con i maestosi dipinti del pittore fiammingo, per raccontare la storia avvincente di questo spazio, delle opere che ospita e soprattutto delle persone che lì cercano conforto e rifugio.
I Leoni delle precedenti edizioni
In passato il Leone d’Oro alla carriera per il Teatro è stato attribuito a Ferruccio Soleri (2006), Ariane Mnouchkine (2007), Roger Assaf (2008), Irene Papas (2009), Thomas Ostermeier (2011), Luca Ronconi (2012), Romeo Castellucci (2013), Jan Lauwers (2014), Christoph Marthaler (2015), Declan Donnellan (2016), Katrin Brack (2017), Antonio Rezza e Flavia Mastrella (2018), Jens Hillje (2019), Franco Visioli (2020), Krzysztof Warlikowski (2021); Christiane Jatahy (2022).
Il Leone d’Argento, dedicato alle promesse del teatro o a quelle istituzioni che si sono distinte nel far crescere nuovi talenti, è stato attribuito a Rimini Protokoll (2011), Angélica Liddell (2013), Fabrice Murgia (2014), Agrupación Señor Serrano (2015), Babilonia Teatri (2016), Maja Kleczewska (2017), Anagoor (2018), Jetse Batelaan (2019), Alessio Maria Romano (2020), Kae Tempest (2021); Samira Elagoz (2022).
Cenni biografici
Armando Punzo (Cercola - Napoli, 1959) è regista, drammaturgo e attore. Dal 1988 lavora nel Carcere di Volterra, dove ha fondato la Compagnia della Fortezza, prima e più longeva esperienza di lavoro teatrale in un istituto penitenziario, e dal 1996 al 2016 ha diretto il Festival Internazionale VolterraTeatro, intitolando la sua direzione artistica all’idea dei Teatri dell’Impossibile. In trentacinque anni di lavoro con la Fortezza, composta oggi da circa ottanta detenuti-attori, ha messo in scena oltre quaranta spettacoli, tra cui Marat-Sade, I Negri, I Pescecani ovvero quel che resta di Bertolt Brecht, Hamlice, Santo Genet, Beatitudo, Progetto Naturae, molti dei quali, dopo il debutto in carcere, sono stati ospitati nei maggiori festival e teatri italiani. Parallelamente, mentre persegue con ostinazione l’obiettivo della realizzazione del primo Teatro Stabile in carcere al mondo, dirige workshop e spettacoli internazionali, focalizzandosi in particolar modo su grandi progetti urbani e installativo-performativi. Tra questi: un’edizione site specific di Hamlice all’Hangar Bicocca di Milano per oltre tremila spettatori; una serie di performance collettive per piazze, cortili, e musei nell’ambito del progetto Mercuzio non vuole morire; l’installazione performativa Paradiso. Voi non sapete la sofferenza dei Santi, andata in scena, ai piedi dell’Ilva, con il coinvolgimento dei cittadini del Quartiere Tamburi di Taranto; L’Opera Segreta. Rovine e resti dell’umanità di Shakespeare, ambientato sulle Scale Mobili S. Lucia di Potenza, con circa cento persone in scena; Le Rovine Circolari, una versione speciale di Beatitudo, all’interno del refrigerante della Centrale Geotermica Enel Nuova di Larderello e nel Triangolo Verde di Peccioli; Naturae. La valle dell’innocenza, spettacolo site specific per il Padiglione Nervi dell’ex Salina di Stato di Saline di Volterra. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti tra cui: sei Premi UBU, la Medaglia del Presidente della Repubblica, il Sigillo d’Ateneo dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, Premio Associazione Nazionale Critici di Teatro, Premio Carmelo Bene della Rivista lo Straniero, Premio Europa Taormina Arte, Premio per la Cultura Contemporanea della Regione Toscana, Premio Speciale Biglietto d’Oro Agis, Premio Napoli, Premio Scenari Pagani, Premio Nesi, Premio speciale Fiesole, Premio Anima. È autore di due volumi autobiografici: È ai vinti che va il suo amore (Clichy 2013) e Un’idea più grande di me (Luca Sossella 2019). Suoi scritti teorici sono apparsi sulle principali riviste di teatro italiane e straniere. Dal 1998 ad oggi è direttore artistico del Teatro di San Pietro di Volterra nel quale ha sede anche l’Associazione Carte Blanche che da sempre supporta il suo lavoro e la Compagnia della Fortezza e nel quale vengono presentati ogni anno importanti progetti culturali e rassegne teatrali. Nel 2004 ha ideato il progetto co-finanziato dalla Comunità Europea dal titolo “Teatro e Carcere in Europa – formazione e sviluppo e divulgazione di metodologie innovative”, in collaborazione con alcune delle più importanti strutture europee che si occupano di teatro e carcere. A questo ha fatto seguito un nuovo progetto europeo (2013-2015) denominato “PICP – The prison, from penal institute to cultural place” volto a indagare come le buone pratiche concernenti l’attività teatrale in carcere possano essere riassunte in un modello esportabile in altre carceri e/o altri settori dell’esclusione e/o altri target.
FC Bergman è un collettivo fondato nel 2008 dagli attori/registi/artisti Stef Aerts, Joé Agemans, Bart Hollanders, Matteo Simoni, Thomas Verstraeten e Marie Vinck. Dal 2013 in residenza presso il Toneelhuis di Anversa, il collettivo ha in breve tempo sviluppato un linguaggio teatrale unico, al contempo anarchico, caotico, visivo e poetico. Le loro produzioni, spesso site specific, raccontano un’umanità in difficoltà ma comunque desiderosa di lottare. Bart Hollanders e Matteo Simoni hanno lasciato il collettivo, pur continuando a collaborare a progetti specifici.
Vincitori nel 2009 del Young Theatre Prize presso il Theater Aan Zee per l’adattamento di The Homecoming di Harold Pinter, FC Bergman sono selezionati nel 2010 tra i finalisti del Dutch Theatre Festival per lo spettacolo Walking Along the Champs-Elyses with a tortoise so as to have a better look at the world, but it is difficult to drink tea on an ice floe if everyone is drunk. Nel 2011 firmano per Toneelhuis 300 el x 50 el x 30 el, portato in tournée anche all’estero, da Atene a New York, mentre è del 2012 Terminator Trilogy, un altro lavoro site specific ugualmente destinato alle platee internazionali. Di nuovo al Toneelhuis nel 2013, il collettivo si dedica alla creazione di Van der vos, un impressionante progetto di teatro musicale, realizzato in collaborazione con Liesa van der Aa, Muziektheatre Transparant e Solistenensemble Kaleidoskop, e nel 2015 realizza lo spettacolo Het land Nod (La Terra di Nod), poi presentato al Festival d’Avignon e al Zürcher Theater Spektakel. Nel 2018 FC Bergman completa JR, un progetto site specific ispirato all’eponimo romanzo cult di William Gaddis e definito “maggior evento teatrale del 2018”. Sempre nel 2018 firmano la regia di Les Pêcheurs de perles di Georges Bizet all’Opera Ballet Vlaanderen. Nel 2019 il collettivo collabora a Freud, una produzione ITA (International Theatre Amsterdam), adattamento della sceneggiatura originale di Sartre. Il lavoro più recente, The Sheep Song (2021), una performance senza parole su una creatura che non vuole più stare nel gregge perché convinta di essere destinata a una vita più gloriosa. Lo spettacolo è tuttora in tournée da Avignone ad Adelaide.
Accanto al lavoro del collettivo, i componenti di FC Bergman sono coinvolti individualmente in altre produzioni teatrali, progetti televisivi, film, installazioni e video firmati a proprio nome.