Cosima von Bonin emerge negli anni Novanta nel contesto della leggendaria scena artistica di Colonia. Nella sua pratica artistica, riferimenti misti alla storia dell’arte, alla cultura popolare e alla musica vanno di pari passo a un approccio destabilizzante nei confronti di attività artigianali e domestiche. Molte delle sue recenti installazioni sono popolate da sagome di tessuto raffiguranti cartoni animati – pesci, balene, funghi, cani, razzi – le cui tenere sembianze evocano molteplici contraddizioni: meraviglia e orrore, morbidezza e rigidità, umorismo e dolore. Nei contributi di von Bonin per Il latte dei sogni (tutti del 2022), queste contraddizioni emergono attraverso alcuni dei soggetti più cari all’artista: le creature marine. Sulla facciata del Padiglione Centrale ai Giardini troviamo WHAT IF THEY BARK 01-07, squali e pesci di plastica che brandiscono tavole da surf, chitarre elettriche, ukulele, sarong, missili imbottiti con un tessuto a quadretti. Dietro le colonne della facciata si trova SCALLOPS (GLASS VERSION), una coppia di capesante su un’altalena ed HERMIT CRAB (GLASS VERSION), un paio di paffute chele di granchio avvinghiate a una betoniera. Poco lontano, nell’installazione VENICE 1984, delle creature marine circondano una barca veneziana. Giocando con questioni d’attualità quali il capitale, il tempo libero, il comfort e la prestazione individuale, von Bonin ironizza sui vezzi dell’arte contemporanea e della storia dell’arte – in modo particolare le leggendarie origini del readymade.
Madeline Weisburg