Simnikiwe Buhlungu pone al centro della propria indagine la produzione delle conoscenze, il modo in cui essa si diffonde e chi ne è l’artefice. Attraverso film, suono, installazioni e testi, Buhlungu introduce gli osservatori a considerazioni metaforiche e teoriche sui modi in cui arriviamo a “conoscere” e ciò che informa la nostra conoscenza. Per Il latte dei sogni, Buhlungu realizza And the Other Thing I Was Saying Was: A Conver-something (2022), un’installazione sonora interattiva costituita da theremin, sintetizzatori musicali elettronici che – attraverso l’interazione con i campi elettromagnetici del nostro corpo – riproducono suoni provenienti da diversa fonti: in particolare, rumore rosa, Mam’ Miriam Makeba, Binyavanga Wainaina, Hadedas e Percussive Rhythm Section. Nel complesso, e grazie all’interazione del pubblico, questa “conver-something” si allontana dall’idea che il “sogno” sia un pensiero, una confessione, una comunicazione che arriva da sistemi biologici, un linguaggio corporeo onnipresente, qualcosa che deriva da incontri storico-sociali condivisi, o che assomiglia all’immaginazione, a un fastidio, a un errore, a una pausa, a un’improvvisazione, o a qualcosa di molto reale. La “conver-something”, invece, apre a ciò che esiste al di là del linguaggio “parlato” e articolato.
Melanie Kress
Simnikiwe Buhlungu è tra i quattro beneficiari della borsa di studio per l’edizione inaugura e della Biennale College Arte, un’iniziativa lanciata nel 2021. Partecipazione fuori concorso.