Zheng Bo esplora le relazioni omni-inclusive e multispecie. Attraverso una pratica artistica volta all’impegno sociale ed ecologico, Zheng traccia un percorso alternativo che toglie enfasi alla visione antropocentrica del mondo adoperandosi, invece, per realizzare un’interconnessione tra tutti gli esseri viventi. L’artista si è dedicato allo studio delle piante, seguendo gli insegnamenti di esperti di biologia e botanica e creando rituali artistici e quotidiani che si concentrano sulla cura interspecie. Zheng realizza performance, video, laboratori comunitari e disegni, in cui forza le nozioni standard di coesistenza umana-vegetale, consentendo al pensiero immaginativo di condurre verso quella che concepisce come una vitalità postumana. In Pteridophilia, una serie di performance e video iniziata nel 2016 e tuttora in corso, l’artista esplora le possibilità erotiche esistenti tra piante – in particolare felci – e uomini queer. In questi lavori il sesso ha luogo in varie forme, superando provocatoriamente la mera sensualità in favore di atti di piacere estremo. Le curiosità eco-sessuali di Pteridophilia sono state sviluppate ulteriormente in un’opera che unisce film e danza intitolata Le Sacre du printemps (Tandvärkstallen) (2021), frutto della collaborazione con cinque danzatori scandinavi riunitisi in una foresta della contea di Dalarna, in Svezia. Qui la compagnia ha coltivato rapporti che si sono spinti oltre le felci, alimentando, attraverso tatto e movimento, i desideri sessuali collettivi con pini, muschi e l’interazione tra umani.
Isabella Achenbach