Elle Pérez raggruppa le proprie foto in ciò che definisce “configurazioni”. Queste coinvolgono lo spettatore in un rapporto di scambio reciproco con l’immagine: quello che deriva da queste frammentate visioni, il loro significato, è tanto il risultato del nostro processo di osservazione quando il prodotto dei loro contenuti. Le fotografie in mostra intrecciano tematiche di fluidità e controllo riferiti a mondi che, a prima vista, sembrano distinti. Una parte di esse mostra il paesaggio di Porto Rico; le immagini delle grotte Cabachuelas – modellate nel corso dei secoli dal movimento dell’Oceano Atlantico –; l’acqua accumulata nelle strade di Vega Baja durante le recenti storiche inondazioni; e il Plexiglass di una “bodega” newyorkese consumato come se registrasse i segni del tempo e dei corpi che passano. Un altro gruppo, invece, si concentra sulla tecnica marziale nota come “clinch”, in cui due combattenti – in questo caso gli amici dell’artista Kenny e José – lottano in un corpo a corpo. Riconoscendo in queste immagini tanto distinte un’affinità che si esprime nella generale fluidità delle scene e nelle caratteristiche delle superfici che mostrano, Pérez tesse un resoconto astratto sugli echi della storia diasporica. Come in un coro, il significato di queste immagini risiede nelle armonie che risultano dalla loro convergenza.
Ian Wallace