Leonora Carrington inizia a costruire un universo di mitologie personali durante l’adolescenza, influenzata dalle leggende celtiche raccontatele dalla madre irlandese. Dopo essersi trasferitasi a Parigi nel 1936, Carrington perfeziona il suo immaginario e si avvicina alla letteratura magica, alchemica, astrologica e cabalistica incanalandone il senso nei suoi primi dipinti e disegni. Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale si trasferisce a Città del Messico e si unisce alla celebre comunità di artiste europee espatriate. Qui il suo linguaggio artistico raggiunge una drammatica maturazione; attento alla mitologia della cultura locale, si popola di mostruose figure femminili spesso pervase da forze occulte. In Portrait of the Late Mrs Partridge (1947) Carrington rappresenta una donna con il collo allungato e i capelli elettrizzati, vestita con una tonaca rosso carminio mentre accarezza un enorme uccello blu. L’artista la raffigura come una divinità medievale, capace addirittura di influenzare gli umori della natura tempestosa che la circonda. In Portrait of Madame Dupin (1949) la protagonista tiene stretta al grembo una creatura ancora più bizzarra: probabilmente suo figlio, ha un corpo nodoso e sembra una grossa radice. È un essere ibrido umano-vegetale e, come la madre-insetto o la maggior parte dei personaggi che popolano dipinti, disegni e racconti di Carrington, pare l’ovvio risultato del mondo metà reale e metà fantastico in cui l’artista crede fin da bambina.
Stefano Mudu