Quando Linda Gazzera ha solo ventun anni, lo psicologo torinese Enrico Imoda la definisce come la più importante medium italiana della sua generazione. Grazie al medico, tra il 1908 e il 1909 Gazzera si esibisce in numerosi salotti esoterici italiani ed europei. Per evitare qualsiasi dubbio su eventuali manipolazioni, la medium si cambia insieme alla padrona di casa e delega agli altri ospiti la preparazione del cosiddetto “gabinetto medianico”, ovvero un ambiente delimitato da tendaggi e utile ad agevolare le apparizioni. Solo a quel punto, caduta in uno stato di trance, Gazzera si abbandona al volere del suo spirito guida: un ufficiale di cavalleria di nome Vincenzo, che narra le vicende di altre anime, ne gestisce l’apparizione e ordina l’esecuzione di scatti fotografici a lungo utilizzati come documento clinico, suscitando le reazioni controverse di rinomati medici internazionali. Le diciannove stampe raccolte nel cosiddetto Album Imoda (1909) vengono confezionate dal mentore di Gazzera come omaggio al noto medico e antropologo Cesare Lombroso. La medium appare circondata da una serie di figure definite “ectoplasmi”: sagome completamente bidimensionali che ritraggono mani, fiori o volti avvolti da drappi voluminosi. Più che flussi di energia occulta, sembrano ritagli dipinti da qualche mano esperta. Ben lungi dalle finalità pseudoscientifiche di Imoda, queste fotografie sono oggi il documento di un affascinante artificio e, contemporaneamente, la testimonianza di quanto il corpo possa rendersi teatro dei più convincenti incantesimi.
Stefano Mudu