Liz Collins si muove in maniera fluida tra arte e design per produrre un’ampia gamma di opere percorse da una vibrante energia ottica e da una sensibilità femminista queer. Spinta da forze affettive ed elementari, l’opera di Collins evoca fenomeni naturali e genera sensuali incontri tattili. Gli enormi arazzi creano un orizzonte immersivo: gli arcobaleni sgorgano dalle cime delle montagne contro un cielo scuro, evocando ciò che l’artista descrive come “fantasia di un’utopia queer che è appena fuori portata”. Un sogno modulato anche dal pericolo ambientale: una cascata di fulmini si abbatte come un vortice. Un globo lunare rende omaggio alle astrazioni geometriche della visionaria artista e designer Sonia Delaunay. Questa visione simbolica lascia trasparire la sua stessa costruzione: da vicino, la trama dell’arazzo è un disegno fratturato e linee di filo colorato scorrono dietro un vasto cielo nero. Evocando una molteplicità di significati possibili, l’opera di Collins riconosce la nostra condizione di precarietà collettiva e al tempo stesso ci permette di percepire i mondi queer che possono manifestarsi solo se riusciamo a immaginarli e a materializzarli.
L’opera di Liz Collins è esposta per la prima volta alla Biennale Arte.
—Lex Morgan Lancaster