Romany Eveleigh, nata a Londra ma cresciuta a Montreal, è figlia d’arte: il padre era il pittore e designer Henry Rowland Eveleigh e la madre era la sua modella, Ivy Florence Beasley. Le opere su carta incollata alla tela – Pages (1973) e Tri- Part (1974) – prendono spunto dalla pagina scritta e stampata per la loro estetica, per i materiali e le tecniche. I disegni di Pages sono caratterizzati dalla ripetizione della lettera “o” che riempie di colonne di testo verticale lo sfondo quadrato, creando fasce irregolari di colore tenue, così che da lontano questi lavori astratti sembrano pagine di un libro o supporti stampati. La pratica di Eveleigh si produce nella forma scritta, ma non comunica un messaggio. Piuttosto, le campiture di colore bidimensionale che ricoprono la superficie della pagina evocano il gesto della mano dell’artista e sono state paragonate ai lavori dei pittori del Colour Field. Sebbene ricolme di testo, le opere generano un effetto di estrema frugalità che l’artista ha definito “non la ricerca di una fine, ma la ricerca di un inizio”.
L’opera di Romany Eveleigh è esposta per la prima volta alla Biennale Arte.
—Teresa Kittler