Tahia Halim proviene da una famiglia aristocratica egiziana. Il suo nome è strettamente collegato alla Nubia. Nel 1962, viene incaricata dal Ministero della Cultura egiziano di documentare la regione dell’Alto Egitto che si estende a nord del Sudan. In seguito alla costruzione della diga di Assuan (1960-1970), molti villaggi nubiani scomparvero sotto le acque del Nilo costringendo le popolazioni a emigrare. Three Nubians raffigura tre donne sedute in un paesaggio collinare. La figura centrale regge una foglia di palma, un motivo ricorrente nei dipinti nubiani dell’artista, in particolare nelle scene di matrimonio come The Wedding Ceremony in Nubia (1964). I volti stilizzati e la silhouette delle figure frontali conferiscono alla scena una dimensione atemporale. Halim presenta l’immagine di una cultura dalle radici antiche e africane. Sullo sfondo, le cupole delle moschee accanto alle tradizionali case di mattoni di fango evocano l’islamizzazione della Nubia, originariamente una regione cristiana, rimandando a una storia secolare di assimilazione e discriminazione da parte dell’Egitto. Alcune sue opere sono state esposte nel Padiglione egiziano della Biennale nel 1956, 1960 e 1970.
—Nadine Atallah