Mahmoud Sabri, artista iracheno, si forma presso l’Istituto d’arte Surikov di Mosca all’inizio degli anni Sessanta, sotto la guida del pittore realista socialista Aleksandr Deyneka. Alla fine di quel decennio, si interessa sempre più al rapporto tra arte e scienza. Influenzato dal testo di David Alfaro Siqueiros Towards a Transformation of the Plastic Arts (1934), il mutato approccio alla pittura di Sabri riecheggia le parole dell’artista messicano: “La nostra arte deve avere una vera base scientifica. [...] Per la prima volta nella storia, troveremo verità scientifiche che possono essere dimostrate, dal punto di vista fisico, chimico o psicologico. In questo modo, saremo in grado di creare un forte legame tra arte e scienza”. Nel 1971 Sabri pubblica un manifesto intitolato Quantum Realism, in cui chiede “l’applicazione del metodo scientifico nel campo dell’arte”. I suoi lavori successivi consistono in composizioni di colori che presentano una codificazione indicizzata della realtà, priva di figure e oggetti riconoscibili, come si può osservare nel suo dipinto Water (1970 circa).
L’opera di Mahmoud Sabri è esposta per la prima volta alla Biennale Arte.
—Suheyla Takesh