Italia / 119’
lingua Italiano
cast Micaela Ramazzotti, Patrick Bruel, Fortunato Cerlino, Ennio Fantastichini, Matilda De Angelis
sceneggiatura Andrea Cedrola, Stefano Grasso, Sebastiano Riso
fotografia Piero Basso
montaggio Ilaria Fraioli
scenografia Paola Bizzarri
costumi Johanna Bronner
musica Michele Braga
suono Maricetta Lombardo
effetti speciali Flat Parioli
Sebastiano Riso - Una famiglia
Sinossi
Vincent è nato vicino a Parigi, ma ha tagliato ogni legame con le sue radici. Maria, più giovane di quindici anni, è cresciuta a Ostia, ma non vede più la sua famiglia. Insieme formano una coppia che non sembra aver bisogno di nessuno e conducono un’esistenza appartata nella Roma indolente e distratta dei giorni nostri. In più, Vincent e Maria sono bravi a mimetizzarsi. Quando tornano a casa, fanno l’amore con la passione degli inizi, in un appartamento di periferia che lei ha arredato con cura. A uno sguardo più attento, quella quotidianità dall’apparenza così normale lascia trapelare un terribile progetto di vita, portato avanti da lui con lucida determinazione e da lei accettato in virtù di un amore senza condizioni. Un progetto che prevede di aiutare coppie che non possono avere figli. Maria decide che è giunto il momento di formare una sua famiglia. La scelta si porta dietro una conseguenza inevitabile: la ribellione a Vincent, l’uomo della sua vita.
Commento del regista
Ho capito immediatamente che per affrontare un soggetto con queste premesse avrei dovuto attingere alla mia infanzia, ai ricordi legati a mia madre, senza però tralasciare le mie “madri letterarie”, le donne che ho visto nei film e di cui ho letto nei romanzi, che sono rimaste dentro di me. Era importante che Maria fosse rappresentata senza stravaganze, con la dovuta discrezione, in modo da comunicare la sua fragilità ma anche il suo desiderio, lacerato e tuttavia fortissimo, di essere madre. Sincerità e discrezione sono alla base del mio approccio alla messa in scena: senza risultare invadente, volevo essere presente, sempre accanto a Maria. La macchina da presa è sempre presente in scena, fisicamente addosso ai protagonisti, operata interamente a mano e pronta ad accompagnarli nella loro performance. Era importante per me e per il mio direttore della fotografia nonché operatore, che si creasse una fusione tra noi osservatori e chi la storia la viveva dal di dentro. Il set è così diventato un mondo dove gli attori si muovevano liberamente. Io e il direttore della fotografia eravamo in costante contatto via radio durante le riprese e potevamo scegliere quello che al momento ci sembrava la prospettiva più interessante per la nostra indagine.