Anno/Durata: | 2024, 60’ ca. (prima assoluta) |
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Ideazione e regia: | Melisa Zulberti |
Composizione e musica dal vivo: | Julián Tenembaum |
Progettazione audiovisiva e video dal vivo: | Federico Castro |
Luci: | Pedro Pampín |
Costumi: | Sofía Romero |
Suono : | Federico Lucas, Lafuente Paez |
Performance: | Fernanda Brewer, Abril Ibaceta Urquiza, María Kuhmichel Apaz, Victoria Maurizi, Gabriela Nahir Azar |
Comunicazione visiva e grafica: | Carlos Martínez, Nicolás Sánchez |
Produzione artistica: | Sofia Fernández |
Responsabile di produzione e distribuzione: | Roni Isola |
Co-produzione: | La Biennale di Venezia, FIBA - Festival Internacional de Buenos Aires |
Con il supporto di: | Fundación Williams, Fundación PROA, Fundación Santander Argentina ArtLab - Creative Platform of Art and Technology cheLA |
Si ringrazia: | María Teresa Constantin, Adriana Rosenberg, Federico Irazábal, Martín Oliver, Elena Tavelli, Gonzalo Solimano, Esteban Tedesco, Gabriela Karasik, Fabián Wagmister, Santiago Nuñez, Federico Roitberg, Natalia Laube, Lucila Piffer, Valeria Zamparolo, Verónica Bergna, Rodrigo Cadenas, Florencia González de Langarica, Cristian Alarcón, Alberto Negrín, Centro Cultural Borges, Guadalupe Requena, Leo Cifelli, Mercedes Urquiza, Inés Dahn, Elisabetta Riva, Teatro Coliseo, Centro Cultural Kirchner, DIDIPRO, Ezequiel Corbo, Dirección de Asuntos Culturales de la Cancillería Argentina, Secretaría de Cultura de la Nación Argentina, Alejandra Pecoraro, Denise Preguica, Ignacio Durruty, Chiara Alliata |
Nota: | Vincitrice bando internazionale Biennale Danza 2023-2024 per una nuova coreografia |
Melisa Zulberti - Posguerra
Descrizione
Regista, coreografa, artista visiva, scenografa. Melisa Zulberti è un artista a tutto tondo, esponente di una nuova generazione di coreografi che la Biennale sostiene con un programma pluriennale di bandi commissioni. Classe 1989, originaria di Tandil, in Argentina, Melisa Zulberti presenta Posguerra, un lavoro incentrato sul concetto di tempo circolare. Un circolo che ci riporta perennemente al punto di partenza, al nostro sé come alla nostra origine, un’illusione costruita dalla società, il tempo è per Melisa Zulberti un continuum immateriale in cui la differenza tra la vita e la sua rappresentazione non è più distinguibile.
Posguerra è allora “un luogo senza giorno né notte, senza passato né futuro. Un effimero permanente che si inscrive nel corpo, un nuovo campo di battaglia che resiste all’esterno e al proprio io. Questo è il senso del dopoguerra. L’utopia di un promettente dopo e le rovine di una battaglia persa da tutti. Un circolo permanente che deve, a un certo punto, offrire un’altra risposta alla vita in società, superando un orizzonte di incertezza, disorientamento, alienazione e frustrazione”.