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Biennale Musica 2025: anteprima speciale a Berlino
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Biennale Musica 2025: anteprima speciale a Berlino

Il 69. Festival Internazionale di Musica Contemporanea si svolgerà dall’11 al 25 ottobre, diretto da Caterina Barbieri. Biennale College Musica: disponibile il nuovo bando.

La Biennale di Venezia 2025

Si è svolta oggi, giovedì 13 febbraio a Berlino, presso l’Ambasciata d’Italia in Germania, la conferenza stampa di presentazione della Biennale di Venezia per il 2025 - mostre, festival, progetti speciali - con uno focus sulla musica e l’annuncio in anteprima di alcuni tra i progetti del 69. Festival Internazionale di Musica Contemporanea (11 > 25 ottobre). La conferenza si è svolta alla presenza di Fabrizio Bucci, Ambasciatore d’Italia in Germania, Pietrangelo Buttafuoco, Presidente della Biennale di Venezia, e Caterina Barbieri, nuova Direttrice artistica del settore Musica.

Il programma completo del 69. Festival Internazionale di Musica Contemporanea (11> 25 ottobre) verrà annunciato in un’apposita conferenza stampa il 27 marzo a Venezia.

69. Festival Internazionale di Musica Contemporanea

Si intitola La stella dentro il 69. Festival Internazionale di Musica Contemporanea che si svolgerà a Venezia dall’11 al 25 ottobre. Un’immagine poetico-simbolica suggerita dalle parole della scrittrice brasiliana Clarice Lispector - Se il brillio delle stelle mi fa male, se è possibile questa comunicazione lontana, è perché qualcosa che forse assomiglia a una stella mi freme dentro.
Scrive Caterina Barbieri: “La musica è la stella dentro. È il desiderio di cose grandi, di vastità. Scintilla di mondi, ci apre all’infinito. Vibrazione che permea il cosmo e ci attraversa con meraviglia, dalla molecola al moto planetario, il suono trasporta fuori dai confini dell’ego e apre all’incontro con l’altro - l’ignoto.
In questa risonanza, c’è ascolto profondo, radice prima dell’empatia: in un suono si rivela l’interconnessione che anima tutto il vivente. Come esercizio di trascendenza, la musica può aiutarci a superare posture di pensiero antropocentriche e sperimentare modi più ecologici di coesistere che rispettino le complesse costellazioni di forze umane e non umane che attraversano il nostro universo”.

 “Il Festival si propone di esplorare il tema della musica cosmica. Musica generativa - genesi di mondi, cosmogonia. Musica come organismo vivente, forma autopoietica in grado di auto-evolversi e sviluppare le proprie leggi — metafora del cosmo. Musica che rispecchia e manifesta la natura nel suo divenire, rendendone percettibili i processi di creazione e trasmutazione. Musica che insegna a stare nel presente: passato e futuro collassano nell’istante ora. Siamo in ascolto profondo, interconnessi e in continua trasformazione: c’è intima risonanza con l’universo. In questa risonanza, la musica risponde al bisogno dell’uomo antico e moderno di dialogare con qualcosa di più grande di sé stesso, che trascenda l’esistenza individuale e lo avvicini alla dimensione dell’inconoscibile. Un dialogo intimo che trasforma l’individuo e la collettività, nutrendo il senso di comunità e creando occasioni di catarsi e coesione sociale.  La musica è agente di cambiamento”.

La musica cosmica non è un genere o uno stile. Con questa definizione poetica, non si fa riferimento a uno specifico stile o una tradizione musicale quanto piuttosto al potere generativo della musica di creare nuovi mondi, oltre rigide definizioni di genere o affiliazione storica.
Nella mia curatela per la Biennale Musica vorrei avere uno sguardo sul contemporaneo il più vivo e fluido possibile rappresentando la musica del presente nella sua ricchezza e diversità. Vorrei celebrare la permeabilità del linguaggio musicale e la sua innata capacità di mutare pelle. Nell’estasi dell’ascolto, si dissolvono rigide nozioni di tempo e spazio: la musica ci insegna molto sulla relatività e i limiti della percezione umana. In questo, è simile a Venezia e alla sua vocazione alla mutevolezza: i giochi di riflessi, le fughe prospettiche, il movimento perpetuo di acqua e luce che dissolve i confini e apre allo spazio del molteplice e dell’infinito.
La fissità di pensiero diventa obsoleta e ci si apre al cambiamento. Nella mia curatela vorrei dare voce a questo cambiamento, nutrendo un’idea di musica come portale nel futuro e immaginazione dell’impossibile”.

I progetti

Fra gli artisti, i musicisti, i performer e i compositori che con e i loro progetti costruiranno la costellazione del 69. Festival Internazionale di Musica Contemporanea si anticipano:

 

LAURIE SPIEGEL - La Biennale Musica presenta in prima europea The Expanding Universe, opera seminale di Laurie Spiegel che esplora la relazione tra suono e cosmogonia, reinterpretata dal Dither Quartet, quartetto di chitarre elettriche di New York, noto per la versatilità con cui interpreta repertori sperimentali che spaziano dalla musica composta all’improvvisazione e all’elettronica.
Il Festival rende così omaggio a una delle figure più influenti della musica elettronica, restituendo nuova luce a un’opera che continua a rivelare la sua forza visionaria, invitando a riflettere sulla musica come forma di conoscenza e immaginazione, una mappa per navigare il mistero del tempo e della materia.
Compositrice, programmatrice e pioniera della musica elettronica, Laurie Spiegel ha sviluppato un linguaggio sonoro che coniuga matematica e sensibilità umana, tecnologia e intuizione. Il suo lavoro, profondamente influenzato dalla cibernetica, dai suoi studi di chitarra e liuto antico, dalla musica modale folk e dalla poliritmia africana e indiana, considera il suono come un organismo vivente in continua espansione.
Concepito tra il 1974 e il 1977 ai Bell Laboratories, The Expanding Universe nasce dal dialogo tra l’autrice e il sistema Groove, un innovativo software di sintesi sonora. La sua ricerca sonora si colloca nell’ambito di un’estetica che rifiuta il determinismo e abbraccia la generatività come principio fondamentale della creazione musicale. La traccia Kepler’s Harmony of the Worlds è stata inclusa nel Golden Record lanciato a bordo della sonda Voyager, testimoniando l’ambizione di Spiegel di connettere la musica alle vastità dell’universo. Oltre al suo lavoro pionieristico con i sistemi di sintesi sonora, Spiegel ha sviluppato nel 1986 Music Mouse - An Intelligent Instrument, un software di composizione musicale per Macintosh, Amiga e Atari. Questo programma, dotato di una conoscenza integrata delle convenzioni armoniche e delle scale, automatizza processi compositivi, permettendo all’utente di concentrarsi su altri aspetti della musica in tempo reale.

 

CHUQUIMAMANI-CONDORI - Un corteo musicale d’acqua sarà l’evento di apertura del Festival, per celebrare e restituire al suono il suo valore di rito collettivo.
L’artista multidisciplinare e musicista di origine boliviana Chuquimamani-Condori, anche nota come Elysia Crampton Chuquimia, presenterà un progetto commissionato dalla Biennale Musica in cui far risuonare “cerimonie d’acqua” di ieri e di oggi. Una processione musicale di barchini attraverserà i canali di Venezia e culminerà in un concerto live di Los Thuthanaka, il duo composto da Chuquimamani-Condori e dal fratello Joshua Chuquimia Crampton, davanti al bacino delle Gaggiandre all’Arsenale.
In risonanza con le parole dell’artista Aymaran Pakajaqi, che ha recentemente descritto il suo album sperimentale DJ E come “il suono delle nostre cerimonie d’acqua, 40 bande che suonano le loro melodie tutte insieme per creare la cacofonia della prima aurora e il richiamo della nostra stella, Chuqi Chinchay”, questo è uno dei progetti speciali della Biennale Musica che connette con il tessuto sociale della città, partendo dalla cultura sonora locale della laguna e proiettandola in contesto di re-immaginazione e sincretismo culturale.
Proprio come un organismo vivente, la composizione musicale prenderà vita attraverso il movimento coreografato delle imbarcazioni costruendo una costellazione in cui le sonorità di Chuquimamani-Condori si intrecciano in una simbiosi abrasiva fra antico e contemporaneo, che ridefinisce temi di connessione, amore e devozione.

 

WILLIAM BASINSKI - Un’altra commissione della Biennale Musica che dialoga con la presenza dell’acqua è il nuovo monumentale lavoro del compositore americano d’avanguardia William Basinski, che re-immagina i tape loops di Garden of Brokeness per più pianoforti a coda, percussioni e motori di vaporetto in prima mondiale a Venezia. Architetto sonoro della malinconia e dell’effimero attraverso l’uso stratificato di tape loops, come nella serie diventata iconica dei Disntegration Loops, presentati proprio alla Biennale Musica del 2008 e di cui sono state fatte diverse trascrizioni orchestrali, Basinski sviluppa questo nuovo lavoro come una meditazione multidimensionale sul tempo, sulla memoria e sulla continua risonanza del passato nel presente.

 

GRAINDELAVOIX – L’ensemble vocale guidato da Björn Schmelzer, che lo ha fondato nel 1999 ad Anversa, con Epitaphs of Afterwardness porta al Festival il suo approccio trasformativo alla musica antica, dissolvendo i confini tra performance storica e sperimentazione sonora contemporanea. Riconosciuti per il loro suono crudo, espressivo e la profonda interazione con l’intima materialità della voce, i Graindelavoix ridanno vita ai repertori antichi, trattandoli come entità vive e in continua evoluzione piuttosto che come statici artefatti storici. Per la Biennale Musica presenteranno un programma in cui la Messe de Notre Dame di Guillaume de Machaut, capolavoro assoluto della musica polifonica religiosa medievale, dialoga con i grandi rivoluzionari del XX secolo - György Kurtág, György Ligeti, Iannis Xenakis - in risonanza dialettica tra epoche musicali diverse.

 

ENRICO MALATESTA - Voce singolare nel mondo della percussione contemporanea, Enrico Malatesta esplora la fisicità del suono attraverso un approccio al tempo stesso minimale e radicale. Le sue performance rivelano le risonanze nascoste di materiali semplici - pelle, legno, metallo - trasformando i gesti percussivi in intricate microscopie sonore, che esplorano le relazioni tra musica, spazio e movimento con particolare attenzione alle modalità di ascolto. A Venezia, l’artista presenterà in prima mondiale la composizione Solo VI del compositore e organista tedesco Jacob Ullman per percussioni e disposizioni di riproduzione audio.  La musica di Ullmann esplora i margini della percezione, lavorando con volumi di soglia e durate prolungate oltre il formato classico del concerto, invitando l’ascoltatore a un ascolto attento all’interstizio tra il silenzio e la risposta vibrazionale del suono.
Alla Biennale Musica Malatesta eseguirà anche Occam Océan - Occam XXVI (2018) della pioniera francese di musica elettronica e drone music Éliane Radigue. Questa composizione, appartenente al ciclo acustico per strumenti solisti Occam Ocean, è stata scritta appositamente da Radigue per Enrico Malatesta ed è il frutto di un lavoro di collaborazione a stretto contatto col percussionista italiano.

 

ACTRESS E SUZANNE CIANI – Un incontro musicale inedito e transgenerazionale quello di Actress e Suzanne Ciani che alla Biennale Musica presentano la prima italiana della loro nuova collaborazione musicale, Concrete Waves. Sebbene le rispettive pratiche di Actress e Suzanne Ciani provengano da due generazioni e background artistici diversi, entrambi gli artisti condividono un inesorabile spinta alla sperimentazione di linguaggi espressivi che per ricchezza e singolarità di intenti eludono categorie di stile. La loro nuova collaborazione fonde lo stile fluido e organico dell’espressività sviluppata da Ciani sul Buchla con l’eclettismo ritmico del cosiddetto “R&B Concrète” di Actress.
Maestro di collage sonori surrealisti, a partire dalla suo rivoluzionario album del 2010 Splazsh, Actress è instancabile innovatore dei linguaggi della musica dance e raccoglie oggi gli inviti delle principali istituzioni culturali quali Tate Modern, British Arts Council e London Contemporary Orchestra.
Pioniera assoluta della musica elettronica, la compositrice e pianista americana “Diva del Diode” Suzanne Ciani è nota per i suoi lavori imprescindibili col leggendario sintetizzatore Buchla e i suoi successi come sound designer nell’industria televisiva americana, che l’hanno portata a vantare una carriera cinquantennale e cinque candidature ai Grammy.

 

MORITZ VON OSWALD - Uno fra gli architetti più venerati della musica elettronica e sperimentale, Moritz von Oswald presenta la première italiana della sua composizione Silencio. Un progetto in collaborazione con un coro di 16 voci che esplora l’interazione sfumata tra la voce umana e la sintesi analogica. Silencio sfida ed espande i confini della musica elettronica e delle tradizioni della musica corale, intrecciando macchinico e organico in modo magistrale.
Considerato l’apripista dell’asse Detroit-Chicago-Berlino con la fondazione della leggendaria etichetta tedesca Basic Channel negli anni ‘90, il percussionista classico, compositore, polistrumentista e ingegnere del suono Moritz Von Oswald ha avuto influenza determinante sugli sviluppi della musica elettronica sperimentale per la sua techno minimale dalle suggestioni dub e reggae ma anche per la versatilità della sua produzione, che incorpora uno spettro ampio di influenze musicali. Un esempio in questo senso è la rilettura in chiave elettronica di brani di Ravel e Musorgskij di Re-Composed, album inciso con Carl Craig per la Deutsche Grammophon, la più blasonata etichetta di musica classica.

 

CHRISTIAN FENNESZ - Figura pionieristica della glitch music, Christian Fennesz presenterà una versione espansa specialmente concepita per la Biennale Musica del suo lavoro seminale Venice, manifesto assoluto dall’inconfondibile firma sonora del chitarrista e musicista elettronico viennese.
Originariamente registrato nella città lagunare nel 2004, Venice è stato recentemente ripubblicato da Touch Music in una versione espansa per celebrare il ventennio di questo capolavoro di astrazione sonica ed emotiva, in cui chitarra acustica, elettrica, sintetizzatori, campionatori e field recordings raccolti a Venezia, si incontrano in una tensione sublime fra bellezza e decadimento. Nelle parole dell’artista, Venice è “descrizione suggestiva di un dignitoso declino, decadimento, morte e rinascita” che perfettamente incapsula la natura mutevole ed effimera della città d’acqua, di cui Transit, la traccia dell’album in collaborazione con David Sylvian, sembra esserne espressione di massima intensità emotiva. Artista dal suono difficilmente catalogabile, Fennesz è alle origini dell’influenza glitch, quella forma concettuale della musica elettronica che vede nell’errore e nel disfunzionale un modo per sondare il lato nascosto della musica, prima di evolvere verso forme più dilatate del pop, dell’ambient e del noise, di cui Venice è poesia sonora particolarmente emblematica. L’ampiezza della sua ricerca lo vede collaborare con tantissimi primattori, da David Sylvian a Ryūichi Sakamoto, da cui l’Ep Sala Santa Cecilia, a Mika Vainio e Christian Zànesi, direttore artistico del GRM di Parigi, da cui la visione digitale e moderna della musica concreta di GRM Experience.

 

DEFORREST BROWN JR. - Teorico, musicista, critico culturale, DeForrest Brown Jr. presenta in prima italiana il progetto elettronico Speaker Music, un’esplorazione pulsante e ad alta velocità di ritmo, improvvisazione e futurismo sonoro, che incanala la tradizione modernista afroamericana della soul music e del ritmo. Radicato nelle tradizioni della musica nera, Brown affronta la performance dal vivo come sistema organico auto-perpetuante, in cui strutture poliritmiche, campioni processati di ottoni e synth taglienti si stratificano in un territorio sperimentale fra techno, free jazz e computer music.
Con il suo libro Assembling a Black Counter Culture (2022), DeForrest Brown Jr. è diventato punto di riferimento assoluto della teoria critica internazionale sulle radici afroamericane della techno, che reinterpreta questa tradizione musicale come prodotto culturale originario di Detroit ed espressione vernacolare specifica della comunità nera.
Con la multidisciplinarità della sua pratica, DeForrest Brown Jr. traccia paralleli fra sperimentalismo afro-futurista, techno e altre forme di innovazione musicale elettronica di matrice nera, connettendo la sua ricerca a temi di diaspora, trauma generazionale e futurismo speculativo, in un cui la musica viene vista come mezzo attraverso cui immaginare nuovi futuri possibili.

 

CARL CRAIG – Figura chiave della seconda ondata techno di Detroit, dove è nato e cresciuto e tuttora vive, Carl Craig porta il suo suono visionario al Festival con un DJ set che incarna la ricca eredità di afrofuturismo e innovazione sonora della città. Fra i principali artefici della diffusione e dello sviluppo della musica techno da una parte all’altra del globo, con album fondativi come Landcruising (1995) e More Songs About Food and Revolutionary Art (1997), Craig ha continuamente spinto i confini di questa musica, fondendo l’impeto meccanico della tecnologia con la fluidità organica dell’improvvisazione jazzistica. Il suo set è un viaggio attraverso le ampie possibilità della techno in dialogo con una prospettiva cosmologica del suono sempre proiettata nel futuro, a testimonianza della forza musicale e culturale del genere.
La sua etichetta Planet E Communications, ispirata tanto dalla tradizione elettronica di Detroit quanto dalla visione interstellare dell’afrofuturismo, ha sviluppato un’estetica d’avanguardia che si muove tra impulsi ritmici, armonie siderali e stratificazioni di synth futuristiche, costruendo viaggi sonori in cui il dancefloor diventa luogo di espansione percettiva.

 

FONTANAMIX ENSEMBLE - In linea con il tema del Festival che esplora la musica come principio generativo e forma di cosmogonia, il FontanaMIX Ensemble propone un repertorio che mette in dialogo due figure di diversa provenienza storica e geografica ma accomunate da una attenta ricerca sulla natura metafisica del suono nella sua dimensione cosmica: Giacinto Scelsi, il visionario compositore italiano di cui ricorre quest’anno il 125º anniversario della nascita e Vahid Hosseini, compositore nato a Tehran nel 1984, la cui formazione abbraccia la musica persiana e le sperimentazioni occidentali.
Due autori, già frequentati dall’ensemble bolognese di musica contemporanea, molto distanti per storia e generazione, ma il cui paradosso di indagare il suono coniugando mondi lontani diventa per entrambi stimolo a una profonda meditazione sul senso della musica e dell’ascolto profondo.
Scelsi, affascinato dall’Oriente e dall’esoterismo, ha influenzato profondamente i musicisti francesi noti come “spettralisti” e nelle sue radicali indagini timbriche anticipatrici dell’estetica minimalista e drone ha aperto nuovi percorsi di ascolto in cui la musica è vissuta come arte in grado di affinare la percezione e via per comprendere l’universo.
Hosseini si inserisce in questa linea di pensiero, portando la propria esperienza di compositore formatosi tra Iran, Italia, Finlandia e Germania. La sua scrittura esplora le intersezioni tra la musica persiana e le avanguardie europee, ponendo il suono al centro di una riflessione che coinvolge la dimensione percettiva dell’ascolto.
Questo percorso musicale intreccia Oriente e Occidente, passato e presente, esplorando il suono non solo come fenomeno fisico e acustico, ma come veicolo di un’esperienza conoscitiva e trasformativa, in grado di interrogare il nostro rapporto con il tempo, lo spazio e la materia sonora.

 

MAXIME DENUC - Francese di nascita ma residente a Bruxelles, Maxime Denuc fonde la ricchezza espressiva e la potenza emozionale dell’organo da chiesa con una sensibilità musicale elettronica contemporanea, sospesa tra l’euforia della musica trance e techno e le geometrie dalla musica polifonica barocca, la cui sintesi è poeticamente espressa nel suo ultimo album Nachtorn per organo controllato via midi.
Alla Biennale Musica, Maxime Denuc presenterà in prima italiana Elevations, un’installazione realizzata in collaborazione con l'artista belga Kris Verdonck, che incorpora l’ispirazione dell’estetica dub techno con il suono effimero e fragile di un organo controllato via midi dal computer e appositamente costruito dall’artista con l’organaro Tony Decap. Incorporando elementi di ripetitività armonica, ciclicità e sottile variazione dei motivi tipici della dub techno, Elevations trae ispirazione dall’atmosfera malinconica post-rave che segue la fine di una festa, quando i corpi si rilassano e la notte si trasforma in giorno. In programma per tutta la durata del Festival, Elevations cattura questo momento di liminalità emotiva e percettiva, attraverso un’installazione immersiva di suono e luce che esplora concetti di fluidità temporale, caducità e stati di percezione alterati.

 

SUNN O))) - È il duo drone metal di culto il cui suono monolitico evoca la potenza trascendente e trasformativa della distorsione, della risonanza e del volume. Da oltre due decenni, il duo formato da Stephen O’Malley e Greg Anderson ha ridefinito le possibilità della musica heavy, dissolvendo i confini tra metal, ambient e composizione sperimentale. La loro esibizione, approcciato come un vero e proprio rituale immersivo, arriva per la prima volta a Venezia nell’ambito della Biennale Musica 2025.

Biennale College Musica 2025:
il nuovo bando

Biennale College è il programma che La Biennale di Venezia, con tutti i suoi settori, promuove a sostegno dei giovani artisti, selezionati tramite bandi internazionali, per residenze teorico-pratiche volte alla realizzazione di opere originali nel confronto con maestri e team di esperti.

In linea con il tema del Festival, che esplora l’idea di musica come forma di cosmogonia, il bando di Biennale College Musica 2025 è destinato a selezionare fino a 5 progetti musicali – performance dal vivo o composizioni acusmatiche in diffusione multicanale.

Il focus del bando è sulle possibilità offerte dalla musica elettronica ed elettroacustica di espandere le potenzialità della strumentazione acustica e sviluppare strumenti compositivi e performativi autonomi per costruire universi musicali complessi che indagano la natura generativa della musica.

Il programma di residenza, ricerca, creazione e produzione che si svolgerà a Venezia nell’arco di tre sessioni tra maggio e ottobre, utilizzando gli spazi dell’Arsenale e in particolare gli studi del CIMM (Centro di Informatica Musicale e Multimediale della Biennale di Venezia), avrà il suo esito finale con la presentazione dei 5 lavori originali e inediti dei musicisti selezionati al 69. Festival Internazionale di Musica Contemporanea.

Fra i mentori dei musicisti selezionati per il College, provenienti dai diversi campi di ricerca artistica e teorica della musica contemporanea (dal campo della ricerca accademica alla pratica performativa, dalla ricerca audiovisiva multimediale alla club culture, dalla musica elettroacustica al sound design) ricordiamo: Lorenzo Senni, DeForrest Brown Jr., Marcel Weber (MFO), Thierry Coduys.

 

Vai al bando

Il bando è da oggi, 13 febbraio, sul sito della Biennale di Venezia e resterà online fino al 13 marzo.