Commissario: Jehona Shyti
Curatore/Espositore: Eliza Hoxha
the CITYisEVERYWHERE
Commissario: Jehona Shyti
Curatore/Espositore: Eliza Hoxha
Negli anni Novanta i servizi che si trovavano prima a disposizione di tutti i cittadini nel centro della città vennero dispersi e confinati per gli abitanti di etnia albanese in case private e spazi alla periferia della capitale: le abitazioni diventarono scuole, ristoranti, luoghi di promozione, uffici, gallerie d’arte e ospedali al tempo stesso. Questa trasformazione e fusione di privato e pubblico, chiuso e aperto, interno ed esterno, intimità e trasparenza, modificarono la tipologia abitativa e il tessuto urbano in generale, dilatando ulteriormente la periferia della città. Nel periodo dell’occupazione lo spazio privato si aprì al pubblico facendo della casa una metafora della città, che divenne a sua volta una rete di spazi eterotopici paralleli agli spazi pubblici e alle istituzioni ufficiali. Ogni casa costituiva un frammento dello specchio che rimandava l’immagine della città. Le abitazioni, citando Foucault, divennero i “luoghi dove le cose trovarono il loro terreno stabile e sicuro” in un periodo di incertezza, violenza e instabilità per il Kosovo.