Grace Keeley, Michael Pike
Con l’Edificio Girasol, l’architettura abbraccia in maniera esemplare ciò che il manifesto FREESPACE descrive come “i doni elargiti dalla natura: la luce, il sole, il chiaro di luna, l’aria e la forza di gravità; i materiali – le risorse naturali e artificiali”. L’edificio non segue l’allineamento della via di Madrid su cui prospetta, ma appare ruotato in modo che tutte le sue parti siano esposte al sole del pomeriggio. Le linee ne dettano l’aspetto: sottili nella struttura d’acciaio, sinuose nei muri rivestiti di piastrelle di terracotta e nelle persiane verticali in teak. Le linee variano di spessore e densità per contenere lo spazio e offrire gradi diversi di trasparenza e intimità. I muri rivestiti di mattonelle sembrano sospesi sopra la strada a sfidare la gravità.
L’installazione prevede una piattaforma a gradini e due schermi articolati che insieme evocano il profondo spazio soglia del Girasol. Grazie a quest’ultimo, pur abitando in città, i residenti godono di un certo isolamento. Gli strati di linee tra interno ed esterno ricreano ciò che Sáenz de Oiza descrive come “un organismo semiaperto”. Gli schermi curvi dell’installazione nel Padiglione Centrale diventano un enigmatico confine chiuso che richiama la presenza urbana dell’edificio. Il visitatore passa dietro di essi e, girando, sale in un piccolo ambiente sostenuto dagli schermi curvi e da una serie di schermi trasparenti disposti a intervalli regolari, che offrono una vista del Padiglione Centrale.
GKMP Architects