Il concerto presenta lavori in prima assoluta di Filippo Perocco e Lucia Ronchetti, due fra le voci più riconosciute della musica contemporanea italiana, interprete l’ensemble L’arsenale, premio Abbiati 2016, diretto dallo stesso Perocco. Due nuovi brani commissionati dalla Biennale, due lavori indipendenti che condividono una comune matrice “teatrale” con i testi del poeta e saggista russo-americano Eugene Ostashevsky, oltre all’apporto scenografico e registico di Antonino Viola e Antonello Pocetti.
“Anche quando si segue un percorso prestabilito capita di fare degli incontri non pianificati. Si tratta di piacevoli coincidenze che, se colte, possono ramificare la prospettiva di un brano.
È successo anche questa volta in Come foglia opaca. Ai The Feeling Sonnets di Eugene Ostashevsky, nei quali viene enfatizzato un inglese consapevolmente inesatto, segue una serie di casuali letture di vari autori che mi riportano sempre al concetto dell’uso deformato e a volte contraddittorio della parola o, più in generale, di un qualsiasi mezzo espressivo.
Tutto viene visto come un oggetto sbiadito. Il terzo e quinto sonetto, dai quali ho estratto dei frammenti, parlano delle mani ma si tratta solo di una delle possibili letture. Una sorta di illusione.
Sembrano chiedere: ‘Come si possono esprimere le emozioni in una lingua che non è la tua?’. Qualsiasi tentativo fragile e ambiguo racchiude in sé una forza originaria. Il lavoro si lascia guidare da questa incertezza (...)”. (Filippo Perocco)
“The Pirate Who Does Not Know the Value of Pi è un poema di Eugene Ostashevsky, pubblicato dal “New York Review of Books” nel 2017. La relazione tra Pirata e Pappagallo, le loro disavventure e il naufragio finale in un’isola deserta sono il soggetto e l’ispirazione per un’analisi poetica della criptografia linguistica. Lo scrittore crea un labirinto verbale di suoni e significati attraverso rapidi cambi di texture stilistiche, metamorfosi ritmiche, giochi linguistici estremi che generano un senso dell’assurdo che è insieme grottesco e comico. (...)
I musicisti dell’ensemble creano nove scene sonore con virtuosismo strumentale estremo, mentre agiscono anche come attori, performer di un improvvisato coro a cappella ed ensemble di percussioni povere e casuali. Il pianoforte aperto al centro della scena è la loro barca naufragata sull’isola: relitto sonoro, ricordo e monumento fatiscente di un passato eroico che non torna”. (Lucia Ronchetti)