Mentre passavamo in rassegna gli architetti da presentare alla Mostra – quelli di cui avevamo scoperto nel corso degli anni la sensibilità e la capacità – ci ha colpito la produzione intensa, forte e delicata di Maruša Zorec e la sua capacità di produrre un impatto davvero notevole sullo spazio. Grazie a sapienti inserimenti in spazi esistenti, colma il vuoto fra il pensiero e la realizzazione. Semplici elementi da lei costruiti ad arte trasformano e ravvivano edifici trascurati e abbandonati o interi complessi edilizi.
Per la sua partecipazione a questa Biennale Architettura, con Unveil the Hidden, titolo riferito al lavoro di quelli che lei chiama Gli antenati, Zorec ci ricorda e ci presenta Jože Plečnik, Svetozar Križaj, Edvard Ravnikar, Vojteh Ravnikar e Oton Jugovec. Ci porta dei “doni”, tra i quali la magnifica, enigmatica e isolata costruzione lignea di un tetto eretto a protezione delle rovine di una chiesa medievale e la struttura moderna creata da Oton Jugovec, che è un’interpretazione del tradizionale essiccatoio per il fieno.
Alla citazione del filosofo sloveno Dušan Pirjevec-Ahac “invece di affermare che l’architettura disegna lo spazio, è meglio dire che l’opera architettonica apre lo spazio”, Zorec aggiunge l’osservazione che “ci sono luoghi in cui torniamo di continuo perché, abitandoli, riscopriamo qualcosa di essenziale su noi stessi”.
YF+SMcN
Arrea architecture, Maruša Zorec and associates
Unveil the Hidden