Michele Arnaboldi; Enzo Rombolà; Carlo Barra; Anja Ureta
Michele Arnaboldi è impegnato sul fronte dell’integrazione tra scala del territorio e scala dei singoli progetti. Grazie alla passata collaborazione con Luigi Snozzi, Arnaboldi porta avanti la filosofia secondo cui architettura, paesaggio, cultura e comunità sono interconnessi.
Ha promosso l’idea di Città Ticino come modo per affrontare l’urbanizzazione del paesaggio ticinese. Il suo contributo alla Mostra mette in correlazione diretta il pensiero che sottende la realizzazione di edifici e l’implementazione di interventi strategici sul territorio. Grandi disegni e foto di modelli descrivono la vastità di scala del lavoro degli studenti, dilatandone la capacità di analisi, per nuove interpretazioni, nuove letture e possibilità. Arnaboldi rovescia poi la visuale e osserva l’imponenza del paesaggio dall’interno.
Attraverso le finestre, da sotto le coperture, e mediante gli elementi a sbalzo delle sue stesse architetture, l’architetto incornicia, cattura e si concentra sul fuori partendo dal dentro. Il contrasto tra attenzione e scala si riflette spazialmente nell’impianto dell’installazione. Considerati separatamente, i disegni e le foto dei modelli architettonici, da strumenti razionali quali sono, diventano punto di riferimento per concentrarsi su uno spazio domestico e apprezzarne appieno i rapporti dinamici reciproci.
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