John Tuomey; Sheila O’Donnell
Raffrontando e combinando, come fossero “gemelli siamesi”, due progetti completamente diversi per scala, ubicazione e uso, O’Donnell e Tuomey dimostrano in maniera convincente la straordinaria capacità dell’architettura di trascendere le dimensioni, di racchiudere valori che travalicano il tempo e le distanze, di sentirsi assolutamente adeguata al proprio uso e al proprio contesto culturale e geografico.
La loro installazione esprime l’idea della reciproca e fertile contaminazione tra culture nel linguaggio architettonico. Noi architetti siamo liberi di attingere al ricco patrimonio dell’architettura mondiale, di quella antica come della contemporanea. Il nostro compito è capire come adattare e armonizzare tali influenze intrecciandole al linguaggio locale e come rinnovare ciò che è familiare traendo energia e ispirazione da ciò che familiare non è.
Questi architetti hanno sviluppato una competenza straordinaria nella realizzazione di opere che sono a un tempo locali e universali. Un piccolo progetto pittoresco nell’Irlanda occidentale si trova a proprio agio nel paesaggio grandioso di Connemara.
Una maestosa Città dell’Opera a Shanghai forma un paesaggio nuovo su un’ansa del fiume Huangpu. Entrambi esprimono un’innata maestria artigianale, una ricchezza di forme e materiali, ma soprattutto un senso di appartenenza.
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