Nairy Baghramian considera la scultura come una creatura ibrida e fonde forme meccaniche e antropomorfe per creare opere che suscitano perplessità. È difficile inquadrare gli oggetti realizzati dall’artista, che non sono completamente meccanici né del tutto corporei. Dwindlers, una serie di appendici di vetro disposte lungo il corridoio esterno dell’Arsenale, solleva una domanda: “Che cosa stiamo guardando, un ammasso di condotti per l’aerazione o un intestino mostruoso? Ornamenti decorativi o una struttura danneggiata?”.
Nel Padiglione Centrale l’artista espone invece Maintainers (2019), un collage di elementi scultorei interdipendenti uniti da un assemblaggio serrato (alluminio non trattato e pressofuso, stretto tra forme di cera sorrette da una sbarra di sughero e supporti laccati). Solido e ostinato, questo collage di forme anima una tensione dinamica tra supporto materiale e attacco: senza il sughero e i sostegni laccati, l’opera potrebbe crollare.