Janis Rafa realizza inquietanti fiabe in forma di film, video, installazioni e narrazioni cinematografiche in cui mette in relazione persone ed esseri non umani, come animali e piante, sia vivi sia defunti. Un tema comune alle narrazioni di Rafa è quello delle forme rituali di commiato o avvicinamento ai morti, come inumazioni, cremazioni, scavi e pratiche archeologiche. Nonostante gli elementi fantastici, i suoi film sono ben lontani dall’essere opere fantasy di evasione. Il cortometraggio di Rafa intitolato Lacerate (2020) è stato originariamente commissionato dalla Fondazione In Between Art Film nell’ambito di un’iniziativa dedicata al tema della violenza domestica e di genere contro le donne. Come un memento mori animato, il film mostra i resti decadenti di una residenza opulenta, brulicante di cani irrequieti che si aggirano ansimando e addentando pezzi di carne, oggetti e mobili. Carcasse di uccelli morti dalle penne variopinte sono accatastate insieme a patate e cipolle, sotto il rubinetto aperto di un lavabo. Fastosi vassoi di frutta e tazze di latte sono lasciati a marcire sul tavolo da pranzo. Un uomo barbuto che sanguina dal collo è disteso sul pavimento; i cani lo annusano e lo urtano come fanno con ogni altro pezzo di carne. Ispirato all’iconografia di dipinti a tema biblico, come la famosa opera proto-femminista di Artemisia Gentileschi intitolata Giuditta che decapita Oloferne, anche Lacerate realizza un’allegoria dell’autodifesa contro la violenza di genere, coniugando simbolismo storico-artistico e immagini angosciose, da incubo.
Madeline Weisburg