Marianne Vitale crea monumenti dagli spettri dell’espansione industriale americana – ponti, rotaie, motori di treni merci, dighe, fabbriche, depositi – come aspra critica al crollo della società occidentale contemporanea. L’artista ammacca, brucia, rompe e ricostruisce, costringendoci a interrogare la nostra stessa storia attraverso gli oggetti che abbandoniamo in nome del progresso. Per Il latte dei sogni, Vitale presenta due serie di opere esposte in un’area appartata del Giardino delle Vergini. Nel corso degli ultimi quindici anni l’artista ha costruito nel suo studio modelli in scala di ponti del Nord America per poi portarli all’aperto, bruciarli e quindi esporne gli scheletri carbonizzati. Qui installati appaiono sette dei suoi ormai iconici ponti in bronzo bruciati. Mentre i ponti rappresentano i punti di congiunzione spezzati di un futuro devastato dai cambiamenti climatici, Bottle People (2020–2021), una serie di bottiglie da liquore avvolte in stoffa e fuse in bronzo, rappresenta un bestiario trasgressivo di antichi fantasmi microbici che emergono dalla terra cinerea. Decine di figure gesticolanti, sospese come se levitassero, raffigurano l’agonia, la disperazione, la speranza e l’ilarità.
Melanie Kress