Cresciuta in Kuwait, Monira Al Qadiri ha trascorso l’ultimo decennio realizzando sculture e video nei quali adotta molteplici strategie visionarie per spiegare lo sbalorditivo sviluppo urbano ed economico della regione del Golfo Persico. La sua interpretazione della cosiddetta “petro-cultura” si manifesta attraverso scenari speculativi ispirati alla fantascienza, alle soap opera arabe, alle immagini dei giacimenti petroliferi kuwaitiani in fiamme ai tempi della Guerra del Golfo, alla melanconica musica tradizionale, alla pesca delle perle e ai macchinari per la trivellazione. Gli oggetti di Al Qadiri estraggono impressioni del presente attraverso le multiformi contraddizioni di consumo e desiderio. L’artista rivolge la propria attenzione agli aspetti simbolici del petrolio, realizzando opere dall’aspetto sovrannaturale che indugiano tanto sulla trascendenza magica del paesaggio del Golfo Persico – specialmente i vasti deserti dell’interno e le claires che alimentano la pratica millenaria delle immersioni per la pesca delle perle – quanto sulla meccanica dell’estrazione petrolifera. OR-BIT 1-8 (2016–2018), una serie di piccole sculture multiformi realizzate a stampa 3D e rivestite di vernici iridescenti per carrozzeria, raffigura il carattere poderoso delle attività di estrazione petrolifera. Incarnando delle teste di trivella, le sculture sono magicamente sospese nell’aria grazie a una piataforma magnetica rotante inserita alla base di ciascuna. ORBITAL (2022) ragiona sullo stesso concetto, ma su scala monumentale: le luccicanti teste di trivella ruotano nell’aria destando stupore e diventando i terrificanti emblemi della devastazione ambientale in atto.
Madeline Weisburg