All’inizio degli anni Trenta, quando Amy Nimr torna in Egitto dopo una formazione pittorica in Inghilterra e diverse occasioni espositive insieme ai surrealisti inglesi e francesi, Il Cairo è attraversata da un inedito fervore artistico che porterà alla nascita del collettivo Art et Liberté nel 1938. Grazie alla sua formazione cosmopolita e ai tanti contatti con le artiste e gli artisti europei, Nimr diventa una delle personalità fondamentali per la diffusione della sensibilità surrealista nell’avanguardia egiziana. Come richiede il manifesto del movimento datato 1938 Long Live Degenerate Art, anche i lavori dell’artista propongono l’immagine di una realtà inquietante. Untitled (Fish and Skeletons) (1936) e Untitled (Underwater Skeleton) (1942) ritraggono alcuni scheletri che fluttuano negli abissi più profondi, mentre pesci e piante dall’aspetto sinistro sembrano impegnati a cibarsi dei brandelli di carne ancora attaccati alle ossa. Tutti gli elementi naturali sono rappresentati con estrema precisione, come usciti da un bestiario o erbario. Dopo che nel 1943 una mina antiuomo uccide il figlio di otto anni e la crisi di Suez del 1956 la costringe a lasciare l’Egitto alla volta di Parigi, Nimr si rifugia in un immaginario introspettivo ancora più crudo e viscerale, strumento catartico per liberarsi dal peso di una vita drammatica e raggiungere la libertà tanto celebrata dal Surrealismo egiziano.
Stefano Mudu