Augusta Savage è considerata una delle grandi artiste, educatrici e attiviste dell’Harlem Renaissance, movimento nel quale costruisce la sua carriera pionieristica come scultrice. Molti dei lavori miliari di Savage sono busti espressivi che ritraggono leader neri, ma la sua opera più importante non esiste più. Nel 1937 Savage riceve l’incarico di realizzare una scultura per l’esposizione universale tenutasi a New York. Ispirata dalla canzone Lift Every Voice and Sing dell’attivista per i diritti civili e poeta James Weldon Johnson, Savage trasforma il canto in una scultura monumentale, che gli organizzatori della fiera ribattezzano The Harp. Alto quasi cinque metri, l’enorme calco in gesso è rifinito in maniera tale da farlo sembrare un blocco di basalto nero, da cui cantori dalle vesti finemente plissettate si elevano come colonne di altezze graduate. Queste figure simboleggiano le corde di un’arpa e ripropongono il messaggio liberatorio della canzone di Johnson. La cassa di risonanza ha la forma di un braccio, mentre un uomo, che indossa pantaloni e scarpe ordinari, si inginocchia. Quando l’opera debutta all’esposizione nel 1939, la mancanza di fondi sufficienti per la fusione in bronzo o per la conservazione ne comporta la distruzione al termine dell’evento. A ricordo della colossale potenza di questa fondamentale opera dell’Harlem Renaissance, oggi rimangono solo i modelli preparatori, incluso il bronzo presentato a Venezia.
Madeline Weisburg