Giulia Andreani vive a Parigi da dieci anni. Il suo lavoro rivela e sovverte la storia affrontando questioni legate all’amnesia e generando nuovi strati di significato, interrogando le narrazioni veicolate dagli archivi fotografici, setacciando le pieghe della storia ufficiale per liberarle. Il lavoro di Andreani prende le mosse da un dialogo con l’artista autodidatta Madge Gill. Lavorando sotto l’influenza di Myrninerest, il suo spirito guida, il lavoro di Gill è il risultato delle sue traumatiche esperienze di vita e della sua capacità di essere medianicamente connessa ad altri mondi. Tracciando un collegamento tra la sua storia e la storia dell’accesso delle donne alla pratica artistica, i cinque dipinti e la scultura in vetro di Andreani mettono in risalto il movimento per il suffragio femminile in Gran Bretagna agli inizi del XX secolo. In dialogo con il capolavoro di Gill, Crucifixion of the Soul (1936), l’opera di Andreani trae ispirazione in parte dagli archivi che documentano le donne pioniere dell’epoca e dalla posizione di Gill come donna e artista in quel periodo. Esplorando i possibili legami tra femminismo e spiritualismo come forma di emancipazione e resistenza, Andreani si occupa delle invisibili affinità emotive tra i corpi femminili creativi.
L’opera di Giulia Andreani è esposta per la prima volta alla Biennale Arte.
—Michela Alessandrini