Dalla metà degli anni Sessanta del XX secolo, Miguel Ángel Rojas lavora con vari linguaggi, quali il disegno, l’incisione, il ricamo e la videoarte. La sua opera affronta diverse tematiche, tra cui l’omosessualità e il conflitto armato interno in Colombia, concentrandosi in particolare sull’esplorazione delle varie sfaccettature dell’esperienza e sul corpo maschile. Analogamente ad altre serie fotografiche di quel periodo, El Emperador (1973-1980) prende il nome da un cinema della capitale colombiana che negli anni Settanta era usato come punto di ritrovo per incontri sessuali illegali tra uomini. Nelle stampe in bianco e nero vediamo il contorno delle parti del corpo contro un muro rivestito di mattonelle. Le fotografie di El negro (1979) inquadrano in un cerchio l’immagine sfocata di un uomo. Sono state scattate da un foro nella porta del bagno del Teatro Mogador, un altro cinema nel centro di Bogotá in cui avevano luogo incontri intimi. Il tipo di ambientazione impedisce a Rojas di catturare il corpo intero, generando così ritratti anonimizzati che mettono l’osservatore nella posizione di voyeur. Il titolo della serie indica l’origine africana del soggetto ed evidenzia l’interesse di Rojas nel mostrare frequentatori appartenenti a diverse sfere sociali. Il modo accurato con cui tratta luci e ombre sottolinea la relazione ambivalente tra segretezza ed esibizione.
L’opera di Miguel Ángel Rojas è esposta per la prima volta alla Biennale Arte.
—Sebastián Eduardo