Omar Mismar si è formato prima come grafico a Beiurut e poi come artista negli Stati Uniti. Con Ahmad and Akram Protecting Hercules (2019-2020) e Parting Scene (with Ahmad, Firas, Mostafa, Yehya, Mosaab) (2023), Mismar sovverte la commissione per rendere omaggio alle azioni eroiche dei dimenticati e benevoli guardiani di un museo archeologico in Siria. Con Fantastical Scene [sic] (2019- 2020), sostituisce la testa del leone, il predatore, con quella del toro, la preda: un gioco di parole in arabo, dato che il primo si traduce in al- assad e il secondo in al-thawr, che suona come thawra, o rivoluzione. Con Spring Cleaning (2022), l’artista rovescia le rappresentazioni dei manufatti preziosi consacrando invece l’economica coperta in poliestere, emblematica delle condizioni di vita dei rifugiati. Con Two Unidentified Lovers in a Mirror (2023), rivendica audacemente un’immagine esplicita della vita queer, ritenuta innaturale in Libano, ma la cui esplicitezza viene stravolta riorganizzando le tessere dei volti dei due uomini.
L’opera di Omar Mismar è esposta per la prima volta alla Biennale Arte.
—Rasha Salti Sabelo Mlangeni