Diego Rivera, protagonista del rinnovamento culturale favorito dalla Rivoluzione messicana, è stato un ponte tra arte e politica, diventando uno degli artisti più influenti del primo Novecento. In Retrato de Ramón Gómez de la Serna (1915), Rivera rivela immediatamente il mestiere del soggetto: il famoso scrittore impugna infatti una penna. Il volto è mostrato sia frontalmente sia di profilo, rompendo la prospettiva fissa. Da Madrid, Rivera continua a sperimentare il Cubismo, che aveva intrapreso a Parigi prima della guerra. Frequenta la tertulia del Café Pombo, un focolaio di nuove idee fondato da Gómez de la Serna. In questo dipinto è raffigurato El rastro, un libro che l’autore dedicò al famoso mercato delle pulci di Madrid, pieno di oggetti che egli portava nello studio di Rivera, come la bambola e la spada presenti nella scena. L’artista ritrae Gómez de la Serna come un “anarchico che incita al crimine” – ecco il motivo della donna decapitata dalla spada – perché era “famoso per la sua opposizione a tutti i principi convenzionali”. Se l’arma in primo piano si riferisce all’accumulo di oggetti dello scrittore, potrebbe anche essere simbolo della cultura come arma o strumento per diffondere idee rivoluzionarie.
—Florencia Malbran