fbpx Biennale Musica 2024 | Samir Odeh-Tamimi / Wolfgang Rihm
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Samir Odeh-Tamimi / Wolfgang Rihm

Samir Odeh-Tamimi:Roaïkron (2024, 20’) per ensemble di percussioni, commissione La Biennale di Venezia - prima assoluta
Wolfgang Rihm:Tutuguri VI (Kreuze) (1981, 35’) per sei percussionisti - prima italiana
Strumentisti:Christian Benning Percussion Group (Christian Benning, Felix Kolb, Marcel Morikawa, Godwin Schmid, Patrick Stapleton, Daan Wilms)

SAMIR ODEH-TAMIMI - ROAÏKRON

Roaï deriva dalla parola araba roaïa e indica il concetto dei sogni del primo mattino, i quali, nella mitologia araba, sono intesi come messaggi divini su cose che potrebbero accadere. Kron è l’abbreviazione della parola greca Krónos (Saturno). ROAÏKRON indica un messaggio saturniano. Giganteschi anelli di piccoli frammenti di materiale orbitano intorno al pianeta Saturno. Le dimensioni di questi frammenti variano da particelle di polvere a frammenti dal diametro di diversi metri che possono essere visti come elementi musicali, come un accumulo di ricorrenti elementi ritmici e di diversi colori timbrici degli strumenti a percussione, a seconda che siano prodotti da pelli, metalli, legni e così via. A un certo punto del lavoro, i musicisti lasciano le loro postazioni. Si muovono per la sala e tra il pubblico con delle percussioni a mano, portando con sé le proprie strutture ritmiche e frammenti linguistici, scelti in maniera aleatoria dal materiale composto. 

Samir Odeh-Tamimi

WOLFGANG RIHM - TUTUGURI VI (KREUZE)

Tutuguri. Le rite du soleil noir è una poesia di Antonin Artaud scritta per essere letta alla radio, nata dall’esperienza del viaggio in Messico nel 1936. Questa poesia e l’esperienza psichedelica compiuta da Artaud hanno ispirato Wolfgang Rihm a scrivere Tutuguri. Poème dansé (1980-1982), un balletto per orchestra, coro, nastro magnetico e recitante. Questo ampio lavoro è formato da sei parti indipendenti, di cui l’ultima sezione, Tutuguri VI (Kreuze), è destinata ai soli strumenti a percussione, che rappresentano la sonorità dominante dell’intero lavoro. Il sottotitolo, Kreuze, è un riferimento alla parte finale della poesia, in cui Artaud grida metaforicamente sulla carta “L’ABOLITION DE LA CROIX”. La scrittura di Rihm procede per blocchi sonori massicci alternati a momenti di gestualità scarna e a elementi ritmici ripetitivi. Il risultato è una musica ipnotica e primordiale, che scavalca in maniera brutale ogni tentativo di mediazione linguistica e di formalismo sonoro, per cercare di comunicare con l’esperienza più atavica della percezione sonora.


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