Santa Ratniece: | Saline (2006, 12’) per coro, prima italiana |
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Arvo Pärt: | Missa syllabica (1977-1996, 16’) per coro |
Justė Janulytė: | Radiance (2015, 30’) per coro e live electronics, prima italiana |
Ensemble vocale: | Sequenza 9.3 |
Direttore: | Catherine Simonpietri |
Elettronica, performance: | Michele Tadini, Antonello Raggi |
Diffusione del suono: | Thierry Coduys |
Santa Ratniece / Arvo Pärt / Justė Janulytė
Santa Ratniece - Saline
Saline è la mia prima composizione per coro e la mia prima esperienza di musica vocale in generale. Volevo entrare in un mondo sonoro che non avessi mai sentito prima e che non avesse riferimenti a nessun’altra musica per coro. Ho iniziato con semplici inspirazioni ed espirazioni, poi mi sono immersa in fischi, suoni sibilanti e ansimanti. Nel corso del brano, tutti questi elementi sonori si sviluppano singolarmente, convergono e si trasformano, superando i confini della voce umana vera e propria. Presto questi suoni si uniscono a sillabe separate tratte dalla lingua armena, scelte in base alla loro sonorità fonetica. Alla fine del brano, alcune melodie si diffondono e possono essere associate alla musica popolare armena, in particolare al timbro e al colore dello strumento armeno duduk.
Santa Ratniece
Arvo Pärt - Missa Syllabica
La Missa syllabica è una delle prime composizioni di stile tintinnabuli - che in latino significa campanelli - di Arvo Pärt, secondo il quale le tre note di una triade sono come campane. La musica è sillabica, come suggerisce il titolo, ossia a ogni sillaba corrisponde una nota. Inoltre, le altezze derivano dalla lunghezza delle parole, così come i ritmi e le pause interfasiche derivano dalla struttura del testo e dalla punteggiatura. L’assenza di tensione emotiva è ottenuta evitando una nota principale per stabilire il centro tonale e il modo classico-romantico di trattare la dissonanza. L’armonia di Pärt è tonale ma non funzionale, con la presenza prevalente della triade tonica in tutta o in un’ampia parte della composizione. Ciascuna delle onnipresenti note della triade può fungere da centro tonale e la voce melodica vi si avvicina o si allontana.
Justė Janulytė - Radiance
Radiance è un riflesso metaforico dell’anatomia/filosofia, dell’energia/poetica dell’esplosione nucleare; vuole essere un requiem per le vittime del primo bombardamento atomico. La struttura della composizione è una sovrapposizione di due processi antifonici di radiazione: due gruppi corali di voci acute e gravi, che inizialmente vivono all’unisono, cominciano a irradiarsi e dividersi (fissione); a causa della forte attrazione tra poli opposti, i loro territori si avvicinano, fino a fondersi completamente (fusione). L’esplosione diventa quindi inevitabile.
Justė Janulytė