Attraverso l’ausilio di materiali evocativi come sfere in vetro soffiato a mano iniettate di melanina, muffe nere, capsule riempite con semi di soia, sapone ad alto contenuto di testosterone, cosmetici ricchi di estrogeni e l’urina di sua madre, Jes Fan propone uno strumento critico per esplorare caratteristiche che definisce sia politicamente controverse sia palesemente assurde, perfino scontate. Sperimentando con marker biologici che concorrono alla formazione dell’identità, e conseguentemente alla costruzione del corpo umano connotato per razza e genere, le opere di Fan evidenziano l’inquieta intersezione tra biologia e identità. Formatosi come vetraio, Fan crea spesso globi in vetro soffiato a mano che inietta con sostanze ormonali. Il vetro cambia di forma e di aspetto durante il processo di creazione; una volta plasmato, la trasparenza che lo connota e la sua capacità di contenere oggetti accentuano ulteriormente il suo potenziale di molteplicità. In sculture come Systems II (2018), oggetti in vetro rigonfi che contengono granelli sospesi e gocce di melanina, testosterone ed estrogeno si afflosciano addossati a rigide strutture in resina e metallo. Concepita come la summa dei temi e delle forme che hanno contraddistinto la sua produzione fino a oggi, la nuova opera di Fan per Il latte dei sogni esplora le ghiandole e l’interiorità della vita attraverso un approccio animistico agli oggetti e un’esplorazione scultorea della fitta correlazione tra corpo e tecnologia.
Madeline Weisburg