L’inquietudine intrappolata nei lavori artistici di Unica Zürn è la stessa che sembra averne provocato la depressione e causato i ripetuti ricoveri in clinica psichiatrica. Gli squilibri mentali la accompagnano nella duratura relazione con Hans Bellmer, fino al suicidio avvenuto nel 1970. Dal loro primo incontro nel 1953, l’artista tedesco individua in Zürn la vitalità necessaria ad animare le bambole macabre di cui deforma le membra e, in alcune famose fotografie – Unica Tied Up (1957) – immortala il corpo nudo della compagna, stretto tra corde che ne modificano le fattezze. Negli stessi anni, Zürn si dedica a una produzione vastissima, che alterna e combina linguaggio e figu- razione: la scrittura anagrammatica basata sulla combinazione dello stesso gruppo di lettere, come Hexen Texte (1954), e disegni irrequieti e ossessivi che forniscono uno sfogo alle sue nevrosi. Le fitte composizioni di Zürn descrivono un mondo onirico popolato da creature mostruose; il segno che le definisce è evanescente come un’allucinazione, mentre gli elementi che le caratterizzano – soprattutto occhi e labbra – sono frammentati, ripetuti e sovrapposti. Come dimostra La Mort de Kennedy (1964), le immagini sono spesso affiancate o completate da angosciati frammenti di una poetica potente. Queste scritte accentuano la tensione dei disegni e aiutano a decifrare la gravità dei conflitti interiori di Zürn.
Stefano Mudu