La Chola Poblete è un’artista transdisciplinare che opera con performance, videoarte, fotografia, pittura e oggetti: attraverso un sofisticato immaginario queer, recupera conoscenze ancestrali dai territori sudamericani. I grandi acquerelli di La Chola Poblete rivelano la fluidità derivante dalla sua identità. Una marea di esseri ibridi convive con motivi astratti, religiosi e pop, tra cui figurano piccole riproduzioni delle sue opere, come le maschere di pane. Vergini con le trecce, spade che affettano patate e forme organiche ornate di peni risuonano come canti di resistenza. La Vergine è un motivo centrale e sfaccettato nell’opera di quest’artista, che incarna il sincretismo tra cultura occidentale e comunità indigene. La serie Vírgenes Chola riprende dal barocco mestizo l’identificazione tra la Vergine e la dea Pachamama (Madre Terra per le comunità andine). Anche in questa serie, le Vergini in trono indossano i loro attributi come icone pop. La performance Il martirio di Chola (2014) affronta l’emarginazione sociale della comunità boliviana residente in Argentina, insieme all’uso dell’evangelizzazione come forma di tortura emotiva e fisica.
L’opera di La Chola Poblete è esposta per la prima volta alla Biennale Arte.
—María Amalia García