Frédéric Bonnet
Nella sua conferenza A Tribute to Ordinary Architecture, Frédéric Bonnet afferma che “Perdere l’empatia verso gli altri, la curiosità e il desiderio di alterità significa perdere l’essenza stessa dell’Europa contemporanea. Per l’architettura significa arrendersi”. Partendo dalla mancata accoglienza di milioni di migranti e profughi al loro ingresso in Europa, Bonnet sostiene un’idea di FREESPACE in cui vengano promossi nuovi legami sociali e un nuovo senso di cittadinanza. Come architetto, paesaggista, storico e docente, possiede una straordinaria visione d’insieme, che si esprime nella ricchezza delle sue realizzazioni e nella produzione dei suoi studenti.
In questa edizione della Biennale Architettura Bonnet presenta un pezzo del paesaggio ticinese sotto forma di plastico, una sorta di organismo autonomo sotto osservazione. L’atelier degli studenti fornisce un metodo alternativo per elaborare un masterplan in cui “ogni intervento, sia esso ridotto, grandioso, monumentale, unico o di routine, assolva appieno al suo scopo”. I lavori dell’atelier e di OBRAS, qui esposti insieme, testimoniano in maniera esemplare la capacità che ha l’architettura di “coniugare tutte le dimensioni territoriali”, affrontare e favorire un senso di umanità e generosità a qualsiasi scala, dalla più modesta alla più imponente.
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