Necessità di Architettura
Nel 2020 abbiamo dovuto rinviare la Biennale Architettura all’anno in corso, ma siamo, comunque, riusciti a realizzare la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, i Festival di Danza, Musica e Teatro e ad allestire la mostra Le muse inquiete. La Biennale di Venezia di fronte alla storia, curata per la prima volta dai Direttori delle sei arti della Biennale.
Come per tutti, anche per La Biennale di Venezia il 2020 è stato l’anno del COVID-19. Ma ci piace ricordare la grande prova che l’Istituzione ha saputo affrontare ricorrendo alle proprie risorse e mettendo in campo una straordinaria capacità di reazione a una sfida imprevista e inimmaginabile, grazie anche alla fondamentale collaborazione con gli organismi nazionali e locali.
Anche quest’anno la preparazione della 17. Mostra Internazionale di Architettura è stata avvolta da un clima di incertezza, affrontato dal Curatore Hashim Sarkis e dai professionisti invitati, così come dai rappresentanti delle oltre sessanta Partecipazioni Nazionali, con grande determinazione, coraggio e senso di responsabilità.
Apriamo i Giardini e l’Arsenale con una consapevolezza ancora maggiore di quanto il lavoro della Biennale sia specchio del mondo contemporaneo, che viene qui interpretato e talvolta anticipato dalle proposte dei curatori e di quanti vi partecipano con le proprie opere.
La domanda presente nel titolo How will we live together? è stata da tutti riconosciuta come profetica, ancora prima della pandemia.
126 anni di storia della Biennale dimostrano come la sua contemporaneità travalichi le stesse forme d’arte che rappresenta accogliendo l’insegnamento, il pensiero, la provocazione di artisti provenienti da tutto il mondo.
Se c’è una cosa che in questo mio primo anno di presidenza mi ha toccato con più forza, è stato cogliere quale incredibile punto di osservazione la Biennale ci offra: una mappa geopolitica del mondo che mette assieme le realtà più diverse dal punto di vista politico, economico e della condizione umana di quegli artisti che si incontrano a Venezia provenendo da tanti luoghi così diversi fra loro.
E l’Architettura è senza dubbio la disciplina che più direttamente può incidere in quella mappa rilevandone le criticità e cogliendone gli aspetti positivi.
C’è chi non ritiene l’Architettura un’arte o al più la definisce “arte applicata”.
Tuttavia l’Architettura, al pari delle altre espressioni artistiche, trova la sua ragion d’essere proprio nel profondo legame che ha con la vita e con la società, quando attraverso la sintesi creativa è capace di rappresentare tutti gli aspetti del vivere umano.
Paolo Baratta, che ringrazio per aver accettato di accompagnare questa edizione dopo averla affidata al Curatore Hashim Sarkis, dice nella sua presentazione: “Abbiamo confermato che tra gli scopi di una Mostra Internazionale c’era anche quello di sollecitare desiderio di Architettura...”.
E vorrei aggiungere che mai come oggi c’è necessità di Architettura.