Reinier de Graaf (Paesi Bassi, 1964), con Hans Larsson (Svezia, 1983), Alex Retegan (Romania, 1982), Sofia Hosszufalussy (Italia, 1995), Elisa Versari (Italia, 1990), Matthew Bovingdon-Downe (Regno Unito, 1988), Benedetta Gatti (Italia, 1994) di Office for Metropolitan Architecture (Paesi Bassi, 1975)
Album
Descrizione
Potremmo affermare di vivere più a lungo di qualsiasi generazione precedente nella storia dell’umanità. Nell’ultimo secolo l’aspettativa di vita media è raddoppiata. Grazie ai progressi nell’igiene, nella nutrizione e nella medicina, la maggior parte degli esseri umani può oggi vivere fino ai settantatre anni di età. La malattia era sempre meno qualcosa di cui morire e sempre più qualcosa con cui convivere, finché non è arrivato il nuovo coronavirus, ribaltando apparentemente tutti i precedenti presupposti. Nel 2021, le condizioni croniche legate all’invecchiamento e allo stile di vita sono diventate improvvisamente un grave problema. Osservando l’impatto del virus, gli esperti riflettono sulla “nuova normalità”. Ma in che modo il nuovo è Nuovo e il normale era Normale? La tecnologia è in grado di salvare gli esseri umani? La terapia genica e gli organi stampati in 3D diventeranno pratiche diffuse? Le reti 5G rivoluzioneranno l’assistenza sanitaria consentendo importanti passi in avanti in termini di efficacia? E gli ospedali? Riusciranno a tenere il passo con questi progressi tecnologici? Davanti alla crescente dimostrazione di come i modelli occidentali di assistenza sanitaria abbiano raggiunto il limite, quali potranno essere le alternative? Se vivere a lungo non significa più vivere in buona salute, questa installazione pone una domanda: Qual è il ruolo delle istituzioni sanitarie create dall’uomo per promuovere una vita sana e che aspetto assumeranno nel futuro?
Crediti
Matadero Madrid Centre for Contemporary Creation
Carl Zeiss Meditec AG GROHE