Frontispiece: CULTURE-C1

Michal Rovner (Israele, 1957)

Data Zone, esposta nel 2003 alla Biennale Arte di Venezia, consta di una serie di piastre di coltura (piastre di Petri) in cui minuscole figure umane si muovono secondo diversi schemi di ordine e disordine. L’opera offre al visitatore il punto di vista dello scienziato che osserva l’oggetto della propria ricerca, ingrandendone i minimi dettagli, ma offrendo allo stesso tempo uno sguardo distante, “oggettivo”, freddo, scientifico su un gruppo di esseri umani, la specie umana.
Le piastre di coltura stanno diventando nuovamente determinanti in questo periodo. Siamo tutti gravemente colpiti dalla pandemia di Covid-19 e stiamo tutti vivendo momenti di instabilità e incertezza, seguendo dati, grafici e diagrammi relativi al contagio. Stiamo tutti ricercando e al contempo siamo tutti oggetto di ricerca. L’opera del 2003 ha generato varie domande, tra cui una che è emersa più volte: chi sono queste persone? Siamo noi o sono loro?
Come vivremo insieme? Alcune delle immagini più d’impatto di questi giorni di pandemia sono quelle degli spazi pubblici deserti. Questo immaginario evoca un’ansia esistenziale e un’implicita minaccia alle strutture sociali, un terrore che suscita in noi la necessità di ripensare le strutture sociali culturali contemporanee.