“Come ci ricorda Donna Haraway, per essere un singolo devi essere una moltitudine. Future Assembly avrà bisogno di riconoscere il nostro status come assemblea, dal microbiotico intestino-cervello, alla dipendenza umana all’ospitalità del nostro pianeta condiviso. Come diamo adito a entità fittizie di società e all'entità protetta del bambino umano, non possiamo dare spazio alle forme di vita dalle quali noi umani siamo completamente dipendenti? Il fitoplancton oceanico che crea la nostra atmosfera; le pensiline arboree che respirano la nostra CO2; le micorrize che uniscono il terreno – io do loro voce e le sostengo. Con Future Assembly stiamo costruendo un luogo affinità con i compagni che sostengono il nostro pianeta come abitabile per tutte queste improbabili forme di energia che sono vive – minerali, animali, microbiotiche, giganti della fotosintesi. Queste entità hanno bisogno di protocolli di rispetto e relazioni sui quali contiamo per il superumano che rende la vita possibile.”
– Caroline A. Jones, docente di storia dell’arte
“Come architetti, abbiamo bisogno di imparare come collaborare veramente con i tanti nostri compagni superumani. I nostri contratti e le nostre capacità spaziali devono essere estese per riflettere le nostre responsabilità planetarie in un modo migliore. Le inchieste scientifiche hanno approfondito la nostra conoscenza dei grovigli sovraumani. Permettiamoci di usare la nostra immaginazione per trasformare ciò che apprendiamo dalla scienza, in una strategia che lasci spazio a ogni specie su questo pianeta nel rispetto delle molte temporalità del mondo e forme dell’esistenza.”
– Sebastian Behmann, architetto e co-fondatore di Studio Other Spaces
“Che cosa interessa agli alberi? Quali sono i bisogni di una pulcinella di mare? Che cosa vuole una cascata? E quali sono i loro diritti non umani, in un mondo definito da umani e dalle nostre ostinate credenze nell’eccezionalità umana? È urgente porsi tale domanda, dato che la crisi climatica colpisce qualsiasi cosa sul pianeta – umani, animali, piante e oggetti inanimati. Dobbiamo provare a distruggere le barriere delle nostre esistenze individuali e riconoscere i nostri molti intrecci con tutte le entità viventi e non. Nel fare questo, possiamo costituire uno spazio collettivo per esplorare futuri sostenibili, sovrumani – uno spazio per le assemblee del futuro.
– Olafur Eliasson, artista e co-fondatore di Studio Other Spaces
“In un mondo sempre più multi-polare - e polarizzato - come adottiamo un pluralismo che vada oltre la cultura, la razza, la classe, la religione o la politica? Siamo sufficientemente coraggiosi da decentralizzare il potere, così che la dignità e i diritti della nostra famiglia sovrumana possano legittimamente soppiantare i nostri? Quando gli alberi hanno voce, siamo disposti a concedere loro la parola? Dato che le Nazioni Unite celebrano il loro compleanno, forse la questione centrale è se noi come specie siamo finalmente diventati maggiorenni.”
– Hadeel Ibrahim, attivista
“Possiamo affrontare la crisi climatica, la crisi sanitaria, la crisi economica – e la sua vicina cugina, la crisi della povertà – solo se e quando accettiamo che anche un sistema costruito sulla disuguaglianza di razza, genere, classe sociale e specie non possa essere sostenuto, sempre se vogliamo sopravvivere e prosperare con i nostri vicini non-umani. Forse quando ci preoccuperemo di più per le forme di esistenza non-umane, accetteremo il nostro valore. O abbiamo tutti dei diritti o non li ha nessuno.”
– Kumi Naidoo, global Ambassador per Africans Rising for Justice, Peace and Dignity
“Cinquanta anni fa abbiamo mandato un uomo sulla luna. Non c’è nessun motivo per cui non applicare lo stesso livello di investimento, di rischio e innovazione ai nostri più grandi problemi sociali. Ma prima dobbiamo trattarli con lo stesso livello di urgenza – facendolo “non perchè è facile, ma perchè è difficile.”
– Mariana Mazzucato, docente e direttore fondatore dell’Institute for Innovation and Public Purpose all’University College London
“Ho trascorso tutta la mia vita adulta a difendere e proteggere la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Ora, avendo sentito la saggezza degli amici indigeni, capisco che bisogna andare oltre e riconoscere la dignità e i diritti di tutte le specie. Questo non ci comprometterà in quanto umani; intensificherà il nostro ruolo di guardiani di un approccio olistico alla sostenibilità e al futuro del mondo.”
– Mary Robinson, presidente di The Elders e professore associato di Giustizia climatica presso il Trinity College di Dublino